La fotografia fa parte del progetto "Insula". L’Insula, o Lobo dell’Insula, è una regione del cervello. Si ritiene che svolga un ruolo importante nel processo di mappatura degli stati viscerali associati a esperienze emozionali. L’ipotesi attuale è che l’Insula funzioni come una specie di scanner corporeo che riceve ed integra un vasto numero di segnali semantici, tramite i quali costruisce la rappresentazione interna del sé corporeo (“The Material Me"). Sono nata su un’isola – vulcanica: Ischia. “Ischia è una terra che esprime bene il carattere conflittuale dell'esistenza, l'andirivieni tra poli opposti, del tutto inconciliabili. Dissiduo accentuato dal fatto che l'isola fin dalla sua origine non ha mai assunto una fisionomia definitiva”. (Massimo Mattera, “Il vulcano Ischia”). Oggi Ischia è un'isola “tranquilla e rassicurante” che nasconde sotto di essa la camera magmatica del sistema flegreo. Il progetto “Insula” deriva da questo dato di fatto. Sono un'isolana e lascio l'isola per ritrovarla altrove. L’isola che sto (ri)cercando non è un luogo fisico, ma una mappatura ancora senza un centro, costruita attorno alla caratterizzazione dei luoghi radicati nel mio immaginario sul Mediterraneo. La geografia diventa il mio punto di partenza per un’indagine introspettiva. Insula è un lavoro di accumulo iniziato nel 2014. È anche il luogo - dell’accumulo, un luogo dai confini porosi dove la visione diventa percezione o viceversa - è un sogno e un ricordo, eppure ancora un’esplorazione, basata su un sentimento contrastante che oscilla tra inquietudine e meraviglia, instabilità e indizi, suggestioni che cercano di parlare dell’essenza dinamica, vulcanica e liquida dell’identità mediterranea. È un lavoro di rivelazione: dell'isola, dell'acqua e ovviamente di me stessa.
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celeste,
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