La Carmen
Il primo di essi viene valorizzato dalla nudità e dalla voluminosità - anatomicamente scorretta - dei fianchi, del ventre e del collo della donna che, risaltando la dinamicità del corpo, donano all'osservatore una sensazione di disarmonia e sinuosità.
L’elemento conflittuale - diversamente dal capolavoro operistico - si manifesta interiormente al personaggio. La Carmen rappresentata, infatti, vive una contraddizione frutto, da un lato, del desiderio di amare, quale naturale conseguenza dell’attrazione fisica, e dall'altro della certezza di una delusione per l’incapacità dei suoi contemporanei di ricambiare, con pari intensità e purezza, tale sentimento. Questi ultimi - individuabili nelle due figure minori poste sulla spalla destra e sulla gamba sinistra della scultura - non sono disposti a lasciarsi completamente travolgere dalla passione amorosa per paura di perdere il controllo su sé stessi ovvero di ferirsi per colpa dell’amato, apparendo, perciò, indifesi e fragili.
Visivamente, tale sofferenza causa un logoramento del corpo, rappresentato corroso e sfregiato, eccezion fatta per il viso, unica parte della scultura ben delineata. La scelta si giustifica con la necessità di dover mascherare quanto non possibile coprire con le vesti.
Il dinamismo del corpo, infine, palesa la ritmicità e la musicalità della modellazione, intenta in un movimento danzante.
Emerge, in definitiva, una Carmen atipica. L’immagine bizetiana di anima insaziabile, di sentimenti e avventure, viene qui sublimata a porre l’accento sul coraggio che la scelta di amare in siffatto modo implica. In controtendenza con l’immaginario comune, la purezza del sentimento è legata dall'autore all'intensità del medesimo, il quale, nondimeno, implica forza e temerarietà per resistere ai suoi urti.
La Carmen, pertanto, non sarebbe interpretata per quello che lei è, quanto per quello che ha il coraggio di essere.
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