Mi chiamo Sinta e vengo dall'Africa
Incontro Sinta per la prima volta, ha cinque anni e con fierezza mi dice: MI chiamo Sinta e vengo dall’Africa. Peccato che la sua fierezza il più delle volte non venga accettata. Cosa significa essere nero nella società occidentale? Mi metto allora alla ricerca in una sorta di rituale di liberazione verso il superamento del concetto di razza. L’idea è una destabilizzazione iconografica: ritratti in cui Sinta interpreta personaggi bianchi che hanno cambiato la storia, in una possibile identificazione in libertà. Educare lo sguardo verso qualcosa che ancora deve nascere, qualcosa che ancora non esiste, ma che urgentemente deve diventare una possibilità per tutti senza distinzioni.
Mi chiamo Sinta e vengo dall'Africa
Incontro Sinta per la prima volta, ha cinque anni e con fierezza mi dice: MI chiamo Sinta e vengo dall’Africa. Peccato che la sua fierezza il più delle volte non venga accettata. Cosa significa essere nero nella società occidentale? Mi metto allora alla ricerca in una sorta di rituale di liberazione verso il superamento del concetto di razza. L’idea è una destabilizzazione iconografica: ritratti in cui Sinta interpreta personaggi bianchi che hanno cambiato la storia, in una possibile identificazione in libertà. Educare lo sguardo verso qualcosa che ancora deve nascere, qualcosa che ancora non esiste, ma che urgentemente deve diventare una possibilità per tutti senza distinzioni.
Mi chiamo Sinta e vengo dall'Africa
Incontro Sinta per la prima volta, ha cinque anni e con fierezza mi dice: MI chiamo Sinta e vengo dall’Africa. Peccato che la sua fierezza il più delle volte non venga accettata. Cosa significa essere nero nella società occidentale? Mi metto allora alla ricerca in una sorta di rituale di liberazione verso il superamento del concetto di razza. L’idea è una destabilizzazione iconografica: ritratti in cui Sinta interpreta personaggi bianchi che hanno cambiato la storia, in una possibile identificazione in libertà. Educare lo sguardo verso qualcosa che ancora deve nascere, qualcosa che ancora non esiste, ma che urgentemente deve diventare una possibilità per tutti senza distinzioni.
Mi chiamo Sinta e vengo dall'Africa
Incontro Sinta per la prima volta, ha cinque anni e con fierezza mi dice: MI chiamo Sinta e vengo dall’Africa. Peccato che la sua fierezza il più delle volte non venga accettata. Cosa significa essere nero nella società occidentale? Mi metto allora alla ricerca in una sorta di rituale di liberazione verso il superamento del concetto di razza. L’idea è una destabilizzazione iconografica: ritratti in cui Sinta interpreta personaggi bianchi che hanno cambiato la storia, in una possibile identificazione in libertà. Educare lo sguardo verso qualcosa che ancora deve nascere, qualcosa che ancora non esiste, ma che urgentemente deve diventare una possibilità per tutti senza distinzioni.
Mi chiamo Sinta e vengo dall'Africa
Incontro Sinta per la prima volta, ha cinque anni e con fierezza mi dice: MI chiamo Sinta e vengo dall’Africa. Peccato che la sua fierezza il più delle volte non venga accettata. Cosa significa essere nero nella società occidentale? Mi metto allora alla ricerca in una sorta di rituale di liberazione verso il superamento del concetto di razza. L’idea è una destabilizzazione iconografica: ritratti in cui Sinta interpreta personaggi bianchi che hanno cambiato la storia, in una possibile identificazione in libertà. Educare lo sguardo verso qualcosa che ancora deve nascere, qualcosa che ancora non esiste, ma che urgentemente deve diventare una possibilità per tutti senza distinzioni.
Mi chiamo Sinta e vengo dall'Africa
MI chiamo Sinta e vengo dall’Africa.
Peccato che la sua fierezza il più delle volte non venga accettata.
Cosa significa essere nero nella società occidentale?
Mi metto allora alla ricerca in una sorta di rituale di liberazione verso il superamento del concetto di razza.
L’idea è una destabilizzazione iconografica: ritratti in cui Sinta interpreta personaggi bianchi che hanno cambiato la storia, in una possibile identificazione in libertà.
Educare lo sguardo verso qualcosa che ancora deve nascere, qualcosa che ancora non esiste, ma che urgentemente deve diventare una possibilità per tutti senza distinzioni.
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