Utopia contemporanea8
Questa estate sul Monte Bianco a più di 3000 metri ha colpito la mia attenzione un grande serbatoio di vetroresina che presentava i segni delle condizioni estreme di quell' altitudine. Dalla sua bella superficie curva ho ricavato le foto che elaborate al computer mi hanno permesso di dare inizio a questo progetto e di creare l' immagine di apertura UTOPIA CONTEMPORANEA e Utopia Contemporanea 8 – 9 – 10 .
Utopia contemporanea9
Non pensavo ancora a questo lavoro sulla necessità di un rinnovamento dell' umano ma il piano curvo in vetroresina osservato in una giornata di pieno sole sul Monte Bianco mi ha colpito per le particolari geometrie che il cielo e la terra avevano scolpito su di esso; sembravano quasi segni indicatori di alfabeti immaginari, carte che descrivevano paesi lontani, semisconosciuti, esistenti ma risparmiati dalla furia del nostro tempo prono alla tecnologia.
Utopia contemporanea10
Nel 2016 ricorreva il 500° anniversario della pubblicazione di L' Utopia di Thomas More. Questa coincidenza mi ha portato a leggere questo libro che insieme ad altri ha segnato la creazione di questo progetto. Le utopie sono in genere normative, regolatrici, in contrasto con la necessità di un accesso all' aperto, a una via, la via, che non si lascia definire.
Distopia
Distopia, ma potrebbe essere anche Distoma, Distonia, Distorto. In medicina Distopia indica la posizione o situazione anomala di un organo. Ecco, noi abbiamo esaurito ogni riserva di umano e lo spazio, gli oggetti, le città intorno a noi riflettono questa condizione raggelante. Questa è l' unica immagine dove non c'è speranza, varco, apertura, aria da respirare a pieni polmoni.
Utopia contemporanea12
Una panchina in legno in un paesino di montagna. Come per il recipiente di vetroresina sospeso nel cielo delle Alpi, vettore pronto a proiettarsi nell' infinito, la trama del legno consunto scolpito dal tempo, dagli elementi, dalla natura, da chi vi si era seduto sopra, mi ha indicato un segno di un' altra dimensione del vivere.
Utopia contemporanea15
La nostra epoca conosce le riprese dallo spazio che hanno dato una nuova visione del mondo. Le venature di uno scoglio marino elaborate al computer mi ricordano le immagini satellitari che ci svelano ogni angolo recondito del pianeta, l' unico pianeta. Questo ha permesso di svelarne ogni aspetto ma elimina di fatto ogni possibilità di terre inesplorate. L' ultima frontiera non dobbiamo più cercarla all' esterno ma prima di tutto nel nostro animo; questa meravigliosa scoperta consentirebbe di superare molte delle tensioni, dei conflitti che vediamo nella realtà e ci permetterebbe di attingere a piene mani a risorse che sapevamo benissimo esistere in noi ma che non volevamo riconoscere.
UTOPIA CONTEMPORANEA
di suggerire la possibilità di una visione nuova e insieme di un pensiero diverso. Attraverso particolari modificati di pietre, superfici in vetroresina, legno, un pavimento a mosaico, un vetro scheggiato, ho provato a cogliere attraverso uno scarto, un bagliore,
il senso di una dimensione altra, un mondo possibile oltre i conflitti della realtà attuale.
Può esistere una alternativa al nostro sistema di vita usurato, lo sguardo smarrito delle persone che incontro ogni giorno mi indicano che questo progetto può essere perseguito qui e ora. Una UTOPIA CONTEMPORANEA e non proiettata in un altrove staccato dalle nostre vite. Immagini che indicano un frammento, una soglia, segnali di accesso a una realta' non solo da immaginare ma che esiste oltre noi; occorre solo, se vogliamo, un atto di follia (la pazzia di Erasmo), uno spostarsi della visione insieme ai nostri processi mentali per avviarci su una strada nuova che nessuno conosce ma che richiede di essere seguita con una volontà comune. Ciò non è più solo necessario, è inevitabile, ora.
QUALCOSA D' ALTRO ma tangibile, non più un' ISOLA (come quella immaginata da Tommaso Moro) separata dalla realtà convenzionale divenuta insufficiente, alterata, corrotta, avida, egoista, cinica, comica, patetica, tenera...
Unica immagine oggettiva “Distopia”, gelida nella sua fissità, a contrasto con le altre che non vogliono fissarsi, che cercano di farsi evocatrici di una vita possibile che non si lascia definire, ingabbiare in uno schema, corrompere.
Ettore Rosselli
Genova Gennaio 2017
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