Terracqua vie di fuga

Terracqua vie di fuga

Collage, Politico/Sociale, 120x80x4cm
Vincenza Benedetto
TERRACQUA: VIE DI FUGA

Libere corrono oggi per i quattro angoli del pianeta le notizie e le merci, non le persone. Eppure le informazioni e i prodotti non scappano da qualcosa, gli uomini sì. Fuggono dalla paura e dall’odio, dalla distruzione e dalla morte, trovando però troppo spesso qualcosa di altrettanto terribile: l’indifferenza. Tagliati i legami domestici e familiari, sfuggiti alle maglie soffocanti di regimi dispotici e violenti, finiscono, se il mare non li inghiotte per essere avviluppati in altri vincoli, in altri divieti, come costretti a vivere dietro una grata, che oltre alla libertà limita pure la vista.
La speranza però sta in un modo diverso di vedere le cose: una corda può servire per legare le mani, ma può venir impiegata anche per farvi aggrappare quelle di un naufrago, e ugualmente un confine può essere una barriera ma anche una soglia, una fine o un inizio, una delusione o una promessa.

Vincenza Benedetto
“Land-water”: exits
Nowadays news and goods, but not people, runs freely everywhere in the world. But news and goods are not escaping from something, men are. They are getting away from fear and hate, distruction and death, too often finding something just as terrible: indifference. Having cut out domestic and family ties, having escaped from the suffocating tangles of violent and dispotic régimes, men ends up, if they are not swallowed by the sea, to be stranded by other ties, other prohibitions, as if they are forced to live behind a grating that limits their freedom as well as their view.
But hope resides in a different way of seeing things: a rope can tie hands, but it can also be used to grasp those of a castway, and, at the same time, a border can be a limit and a doorway, an end or a new beginning, a disappointment or a promise.

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