Me under the sheet
Ogni spiaggia è come se avesse il suo cadavere, tante le persone inabissatesi cercando disperatamente su imbarcazioni di fortuna una possibilità di futuro.
L'artista è quello che si assume la responsabilità di una cittadinanza attiva, scardinando l'omertà del quotidiano politically correct con gesti semplici ma incisivi.
Mettersi nei panni degli ultimi, anche se simbolicamente, mi ha portato sotto il lenzuolo come cadavere, spiaggia dopo spiaggia, cercando in maniera solitaria la manifestazione di un dissenso. Così a volte "sfidando" i turisti, altre volte più timidamente appartandomi, ho compiuto un'azione performativa in solitaria, impellente e necessaria per esorcizzare l'anno più angosciante mai vissuto, come cittadino sgomento di fronte ai bollettini di guerra dei naufragi di migranti.
Il progetto è stato realizzato durante la residenza The Bocs.
Si lega ai miei lavori nell'ambito della multiculturalità e delle migrazioni realizzati dal 2007 (links in coda), alla mia attività nell'ambito dell'associazione artists.sociologists "dialogo fra arte contemporanea e sociologia" (https://it-it.facebook.com/artists.sociologists/) e alla mia tesi "Incontri inattesi quando artisti e sociologi dialogano" 2009.
http://www.patriziabonardi.net/file/liquid_collapses_Patrizia_Bonardi.html
http://www.patriziabonardi.net/file/open_to_meet_gamec_Patrizia_Bonardi.html
http://www.patriziabonardi.net/file/open_to_meet_Patrizia_Bonardi.html
http://www.patriziabonardi.net/file/raft_sea_Patrizia_Bonardi.html
http://www.patriziabonardi.net/file/migranti_mari.html
http://www.patriziabonardi.net/file/mare_prigione.html
http://www.patriziabonardi.net/file/rituale_-_fiori_migranti.html
http://www.patriziabonardi.net/file/Fiori_migranti.html
Commenti 0
Inserisci commento