L'Albero di NatALTER Humanitas

L'Albero di NatALTER Humanitas

Installazione, Povertà, Politico/Sociale, Morte, Idee, Materiali vari, 30x50x5cm
Su uno sfondo oscuro in legno grezzo a simboleggiare una rustica zattera, come da un naufrago carico di speranza alla ricerca di un mondo migliore, si presenta un accenno d’albero natalizio. Un pallido triangolo fato da intrecci di corde e chiodi, a simboleggiare una imbavagliata e martoriata povertà, viene decorato con degli alberetti ricavati da riciclati fiaschetti di vetro, ognuno dei quali rinchiude un pensiero, uno sguardo, un grido, una speranza verso quell’altra maggior parte dell’umanità dove il Natale deve ancora nascere.
I limiti. Semi di mela in mezzo al filo spinato dorato e sfere d’argento. I confini che ci impongono e che ci poniamo noi stessi, le frontiere così come i dogmi che ci rinchiudono, sono sterili e soccombono ante l’uomo con sete di sapere.
L’oro. Il lusso, la luccicante, futile e banale suntuosità dell’avere, dell’apparire e l’ostentare, ci impoverisce l’anima rendendoci ciechi alla maestosa grandiosità di un dente di leone che vola nel vento per spandere la vita.
Il piombo. Non è sempre una stella cometa ciò che illumina a giorno il cielo della notte di certi Natali, dove anzi che doni piove piombo e detriti sui bambini buoni, sepolti qual con zucchero a velo nelle ceneri dell’oblio di una civiltà in assente complicità.
Il carbonio. Nelle profondità delle miniere, nella più assoluta povertà, si nasconde il carbonio più pregiato. Dietro montagne di carbone, si trova il diamante… ma ancora oltre, dietro un mucchio di diamanti si vela l’essere umano… il minatore.
Il sale. Alla deriva, naufraghi nel mare, alla ricerca di un sogno da costruire. Il miracolo, il desiderio, la speranza più che un Natale è che il sale non bruci la vita di ogni nuovo arrivato, senza importare il colore, il credo, la dote ne dove sia nato.
L’acqua. Non uno, ne dieci, ne mille, ma ben sì milioni di milioni di bambini vengono alla luce sommersi nel più abissale inquinamento ambientale, privi già non solo di cure, cibo, istruzione e affetto, ma anche semplicemente di acqua!
Il vuoto. Pigrizia, menefreghismo, apatia, disinteresse, comodità, opportunismo, ignoranza, omertà, ipocrisia, inerzia, convenienza, indolenza… in fine, il vuoto. Vuoto di memoria,vuoto di interesse, vuoto di impegno… Il vuoto d’anima!
Ecco la più grave pandemia che affligge l’umanità e getta fango sulla lecita celebrazione del Natale di Gesù.

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