Core
HORROR VACUI (example)
Da progetto l'installazione prevede i quattro loop video che procedono in autonomia e le due fonti sonore fruibili e associabili liberamente all'uno o all'altro. In questa simulazione le fonti sono montate una dopo l'altra, l'ordine è casuale. Nello specifico la prima: "Not All Cities Are The Same – remix" – Durata 06'10''e la seconda “Pregnant Mother in Anechoic Chamber”. "Not All Cities Are The Same – remix": traccia di movimento per la performer nel video horror vacui, il movimento è stato poi decostruito e ristrutturato prescindendo dal suono di base. "Pregnant Mother in Anechoic Chamber - Durata 09'30" : ricostruzione dell'esperienza sonora di cui si rende protagonista una donna in gravidanza all'interno di una camera anecoica. Alla chiusura della porta della stanza rimane soltanto il respiro, contrappuntato da un fruscio indefinito che riassume la rimanenza percettiva dei suoni riferiti all'ambiente esterno di provenienza. Gradualmente si fanno strada suoni riconducibili all'organismo e, in particolare, le frequenze basse dell'attività cardiaca e quelle alte dell'attività cerebrale. Con il crescere della percezione di tali frequenze si fa strada il battito di un secondo cuore, appartenente al feto. La suggestione data dall'esposizione all'interno della camera anecoica porta all'illusione di un ambiente armonico interiore, che termina con la riapertura della porta e la fuoriuscita nell'ambiente esterno. Entrambe le tracce audio sono state scritte per questo progetto da Umberto Bellodi ( BU [!] )
HORROR VACUI
Video loop. […] soffiare l'aria attraverso una sottilissima pelle di sapone nel cerchio che sembra ogni volta gonfiarsi e proprio quando immagini adesso si staccherà e prenderà il volo esplode e restano solo liquidi sgocciolanti e bavosi […] sera di milano prima di cena vuota di tutto_ perdo sangue di un bambino che non c'è. come ogni mese. [...] (ciascun video viene stato caricato, per avvicinarsi il più possibile alla sensazione reale dell'installazione completa, con entrambi gli ambienti sonori di fondo, uno dopo l'altro. Da progetto l'installazione prevede i quattro loop video che procedono in autonomia e le due fonti sonore fruibili e associabili liberamente all'uno o all'altro.)
BLUEBALL
Video loop. […] le cose non hanno un significato in sè stesse, siamo noi che le riempiamo di senso. e il significato delle cose non è mai univoco perchè è il prodotto di una relazione e si modifica, col variare dell'intorno. nessuna cosa è in assoluto. tutto diventa. a seconda. a seconda di come l'abbiamo imparato. di come siamo abituati a vederlo. di come sappiamo che gli altri lo vedono. le sensazioni invece hanno un valore assoluto. non dipendono. non sono in rapporto. sono. si impossessano e coprono tutto. arrivano. con ragioni che non rispondono a logiche di nessun genere e nessun genere di logica le sa gestire. non sono giustificabili. quello che lega sensazioni e cose dipende da canali che non sono nè chiari nè leggibili. per alcuni procede per assiomi, leggi, dogmi. per altri invece procede più liberamente per immagini […] tra le cose e le sensazioni ci sono le immagini che si accavallano e si incatenano. una nell'altra. in maniera spontanea e inarrestabile, in autonomia. [...] palloncini. [...] (ciascun video è stato caricato, per avvicinarsi il più possibile alla sensazione reale dell'installazione completa, con entrambi gli ambienti sonori di fondo, uno dopo l'altro. Da progetto l'installazione prevede i quattro loop video che procedono in autonomia e le due fonti sonore fruibili e associabili liberamente all'uno o all'altro.)
ROSSA
Video loop. […] l'amore libera dal senso di colpa verso sè stessi nel momento nel quale si manifesta in forma di presenza fisica al proprio interno [...] (ciascun video è stato caricato, per avvicinarsi il più possibile alla sensazione reale dell'installazione completa, con entrambi gli ambienti sonori di fondo, uno dopo l'altro. Da progetto l'installazione prevede i quattro loop video che procedono in autonomia e le due fonti sonore fruibili e associabili liberamente all'uno o all'altro.)
BIANCA
[…] ogni lacrima versata riempirà una culla d'acqua [...] Video loop. (ciascun video è stato caricato, per avvicinarsi il più possibile alla sensazione reale dell'installazione completa, con entrambi gli ambienti sonori di fondo, uno dopo l'altro. Da progetto l'installazione prevede i quattro loop video che procedono in autonomia e le due fonti sonore fruibili e associabili liberamente all'uno o all'altro.)
Altre opere
lettere_05
da sola_ con la musica insopportabile di rumore bianco che gira_ sotto. [...] sera di milano prima di cena vuota di tutto_ perdo sangue di un bambino che non c'è. come ogni mese. [...] il tempo perde ogni accezione di realtà le mie piccole cose assumono l'importanza vitale dell'aria che sento mancare e ricevono quella legittimità che ogni mia ora normale non sa concedergli. da sola, al buio. tra l'acqua e le tende al ritmo delle lancette degli orologi bianchi contando. piano. respiro_ non sono felice ma vivo. annullo l'intorno. gli impegni. la paura. gli errori. la rabbia. l'impazienza. l'angoscia da legittimazione necessaria. [...] parlo poco di cose che amo con qualche persona discreta che si muove silenziosa in questi spazi di pace di acqua. di tende. di buio. [...] vuoto. percepito dentro come un buco bianco. vuoto bianco che non ha un'immagine_ [...] senza legittimità. non si può vedere ma solo sentire e tracciarne come un percorso con le dita e gli occhi chiusi attraverso il corpo che lo contiene. traccia del percorso di un vuoto che preme, che minaccia di bucare le pareti della pelle tesa dello stomaco e il tessuto epidermico intorno e uscire. vuoto intrappolato che ribolle di una rabbia cieca. perchè c'è qualcosa che impedisce, fuori. qualcosa lo costringe dentro e mozza il respiro. cos'è quella cosa che può premere intorno ad un vuoto ma non lo può riempire? che nonostante gli orifizi del corpo sembra non riesca ad entrare? che fa pressione senza impedire il movimento? che fa presenza anche se non si vede? che non si vede ma non può essere ignorata? [...]
lettere_04
b_ [...] un bambino.[...] _un piccolo seme cerca di appoggiarsi su una terra ricolma di amore. senza che nessuna se ne accorga. clandestino. [...] esiste una forma di legame palese tra l'idea di un corpo nella tua pancia e l'idea del corpo che lo contiene. [...] l'amore libera dal senso di colpa verso sè stessi nel momento nel quale si manifesta in forma di presenza fisica al proprio interno [...] da un pezzo ti guardo negli occhi e cerco di immaginare una bimba con la tua stessa espressione, che mi strappi la lacrima che mi manca, ovvero quella di padre [...] lo spazio di settembre in bilico si riempie. nonostante il tentativo disperato di occupare con gli spostamenti e la frenesia tutti i luoghi che attraverso le maglie della rete sono molto larghe e si aprono immensi vuoti di tempo che non possono essere fuggiti_ dentro tutte le paure si concretizzano in forme di sogni e altre piccolezze quotidiane. e incapacità. il mio corpo diventa l'immagine delle incertezze [...] parole di maternità. confusamente percepita come necessaria alla luce di un amore non contenibile_ puoi toccarlo ma non lo puoi chiamare_ non puoi descriverlo ma ne puoi raccontare in miliardi di storie. di noi_ _ nostre parole che qui lentamente compongono una geografia che trascende le nostre piccolezze e diventa universale [...] racconto dell'irreversibilità. se le leggi tutte di seguito_ se escludi con perizia ogni riferimento eccessivamente personale, emerge un quadro di impressionante verità sulla solitudine di questo oggi che viviamo e che più ci avviciniamo più diventa chiaro [emerge per differenza]. sull'incomunicabilità [ e più le parole si fanno fitte più emerge il silenzio dell'intorno muto]. sei coraggioso_ ho pensato [...]
lettere_03
le cose non hanno un significato in sè stesse, siamo noi che le riempiamo di senso. e il significato delle cose non è mai univoco perchè è il prodotto di una relazione e si modifica, col variare dell'intorno. nessuna cosa è in assoluto. tutto diventa. a seconda. a seconda di come l'abbiamo imparato. di come siamo abituati a vederlo. di come sappiamo che gli altri lo vedono. le sensazioni invece hanno un valore assoluto. non dipendono. non sono in rapporto. sono. si impossessano e coprono tutto. arrivano. con ragioni che non rispondono a logiche di nessun genere e nessun genere di logica le sa gestire. non sono giustificabili. quello che lega sensazioni e cose dipende da canali che non sono nè chiari nè leggibili. per alcuni procede per assiomi, leggi, dogmi. per altri invece procede più liberamente per immagini. come nel mio caso. tra le cose e le sensazioni ci sono le immagini che si accavallano e si incatenano. una nell'altra. in maniera spontanea e inarrestabile, in autonomia. [...] palloncini. io in un angolo da sola che sto a guardare. io e sara a casa di sara nella sua camera bellissima con lo scivolo di legno a parlare della festa di sara a cui io non posso andare. ancora palloncini molto colorati su fondo nero. un palloncino da solo in una palestra che è scivolato dalla mano e si appiccica al soffitto e scoppierà. io e la mamma per mano e piango e nessuno capisce perchè. ancora palloncini. voci di bambini e un uomo che fa le bolle di sapone giganti. un giardino di notte al buio e fa freddo. tutto è abbastanza grigio tranne una luce che viene dalla casa con le finestre su tutti i lati gialla. le finestre sono chiuse e tutti sono dentro e io, non so perchè, fuori. ma non sto piangendo. [...] ho pensato sull'opportunità del silenzio [...] quando passa, la vertigine ti lascia sgomento [...] l'uomo si allontanò subito per non pentirsene [...] ciò che per ora assicura una distanza sufficiente è il fatto che ciascuno pensa per sè [...] il senso di non appartenenza è percepito come lo spazio che c'è tra l'occhiale e la pupilla che vede, è il fuori fuoco appena accennato all'angolo in basso o di lato. [...] la consapevolezza del controllo. la capacità di spostare il pensiero. di attuare forme di emancipazione che sono indispensabili ad una sopravvivenza sana [...] era prevedibile l'opposto ma alla vita non possiamo che riconoscere questa qualità di sorpresa [...] vorrei spesso tornare indietro e cambiare certe cose [...] sono lontane come pensieri superflui che non credevi di avere fino a quando ti accorgi che non le hai veramente [...] pazzescamente la mia percezione del salto non è quella che concederebbe la mia posizione, è come se fossi sopra di lei, siamo la stessa persona mentre si butta nel vuoto e vede. vedo. la strada che si avvicina [...] dal punto di vista della natura, necessità e caso non esistono. la necessità deriva dalla nostra capacità di fare deduzioni infallibili, mentre il caso deriva dall'incapacità di fare induzioni infallibili. in pratica la necessità e il caso riflettono talune nostre capacità e incapacità, e non quelle della natura [Heinz Van Foerster] [...] delle pareti bianche che compaiono ovunque alziamo gli occhi a chiudere questa storia entro i limiti della contingenza [...] eppure se lo dicessi finirebbe tutto all'istante, non avrei pensieri che mi impediscono un sonno sereno [...] l'andamento del senso di colpa somiglia all'assuefazione da medicinali [...] il dolore è un taglio orizzontale sopra l'ombelico. la sensazione però non si associa immediatamente all'immagine che procura. è una sensazione più ampia, generica. parte dalla gola e scivola, si diffonde. il colore è bianco, come la schiuma leggera che si forma nella vasca quando non c'è troppo sapone [...] _ le persone spariscono. con violenza. all'improvviso [...]
lettere_02
(cosa gli resta da fare? cosa gli resta di..decidere di fare? dove trova l'angolo buio in uno spazio pieno di luci differenti? luce gialla di cibo, bianca di libro, rossa di vino, blu di sesso.. dove sposta lo sguardo se in realtà non avrebbe che da chiudere gli occhi e vivere di freschi ricordi? perchè non si accontenta? cosa_ manca?) [...] è quando ti sembra di occuparti solo di rimanere vivo che ti domandi perchè lo fai. allunga una mano sopra il tavolo. dal polsino arrotolato della camicia sotto il maglione esce una mano curata con le dita lunghe che accarezzano la superficie ruvida del legno sgrezzato male_ fanno felice contrasto. un dito. due dita. sopra al tavolo come intorno al vetro del bicchiere come tra le pieghe della pelle della donna. la stessa mano che non sentiva alcuna differenza al contatto. tocco. bevo. ne mangio. e niente rimane. cosa ne farò domani di questo vino? se non lo vomito nella notte sarà piscio probabilmente [raccoglie la forza di una sigaretta arrotolata con la destra soltanto] [...] _ "all'inizio c'era uno solo. immerso nell'uniforme infinito. aveva sè stesso. la sua intelligenza. la sua libertà. libertà che nulla come l'essere solo gli assicurava. ogni qualunque oggetto che avesse implicato una qualsiasi possibilità di scelta lo avrebbe privato di quel privilegio" [...] "l'uomo era egoista. come di natura. e non volle mai sapere cosa sarebbe stato dividere il suo privilegio. non volle mai nemmeno supporre ci fosse qualcosa al di fuori, al di là di sè stesso_ lui non sapeva che non avendo alcun riferimento non poteva vedere neppure la sua figura e così il tempo_ che esiste a prescindere dall'uomo. come la notte. come il buio e il freddo. lo accompagnò lungo una strada che lui non riuscì mai a vedere tracciata, nè davanti a sè. nè indietro. lo accompagnò e lo lasciò alla fine_ si spense in silenzio senza nemmeno sapere veramente, di essere mai esistito. e non c'era nulla che poteva testimoniare del suo passaggio" (e_ se tu mi avessi narrato questa storia la prima notte, ti avrei chiesto se non sarebbe stato il caso di provare subito ad avere un figlio.(e sarà così che ci salveremo_da tutto)) [...] non c'è tristezza che ci possa salvare dalla piccolezza di esseri umani_ _ tranne forse. alle volte. certo tipo di amore [...]
lettere_01
non ho maniera di esprimere l'amore che provo per te che non sia attraverso un bambino e non ci sto riuscendo. e questo mi fa sentire con le mani legate e mi fa venire voglia di sbattere la testa con violenza contro un muro_ non è questione di colpe . ma io so perchè sento come per anni ho profondamente rifiutato il mio essere femmina e per anni il mio essere diventata donna. come l'ho sofferto e odiato. come il mio corpo contro il quale ho lottato e lotto_ il mio corpo di donna. come ogni gesto fatto contro questo corpo nel tempo potrebbe aver causato una disfunzione come qualsiasi pensiero di odio aver chiuso lo spazio che avevo dentro per contenere un bambino. come la mia vita inquieta e piena di paura impedisce che io sia un luogo adeguato. come le mie mancanze mi impediscano di saper essere madre. [...] ogni mese che passa penso che farà meno male e invece ne fa di più. [...] ho fretta_ senza ragione. l'immagine di me svanisce con tale facilità. [...] ho paura [...] capisco che tutto sia un enorme miscuglio di insicurezze e desideri che si trascinano da molto più tempo di quello che ci appartiene (a entrambi)_ _ ma il desiderio non è stabile. cresce, si amplifica. si sparge. ti stringo e sento che non ti do abbastanza e che non ho modo di darti più di questo per ora. [...] a soffiare l'aria attraverso una sottilissima pelle di sapone nel cerchio che sembra ogni volta gonfiarsi e proprio quando immagini adesso si staccherà e prenderà il volo esplode e restano solo liquidi sgocciolanti e bavosi [...] disperatamente [...] senza possibilità di esprimerlo
horror vacui
Il progetto iniziale prevedeva un'installazione nella quale dialogassero un'immagine fissa e un video muto. Successivamente è stato introdotto l'elemento del suono, che avrebbe svolto una funzione risolutiva alle situazioni ripetute sempre identiche nelle immagini, in un corto circuito emotivo sbloccato dalla percezione della nuova vita dentro di sé.
Nella versione finale l'installazione prevede quattro video e due fonti sonore liberamente associabili alle immagini.
Il desiderio di maternità e il fallimento dei tentativi si accompagnano ad una sovversione nella percezione di sé e del proprio corpo, che in effetti si dissolve nel desiderio di essere corpo-fusione e successivamente corpo-generatore. Il buon fine del tentativo sposta il fulcro emotivo dal terrore di un vuoto inteso come assenza al proprio interno all'angoscia dello svuotamento necessario a fare posto ad una nuova vita.
La maternità, lungi dall'essere la culla di velati romanticismi, è un'esperienza di devastante portata emotiva, capace di produrre incubi e angosce in grado di dissolvere per sempre una parte di noi che ci portiamo dentro da quando siamo nati, che è il nostro attaccamento alla figura materna come figura di dipendenza, per renderla nostra ed entrarci a forza, nostro malgrado, e senza strumenti per comprenderla e gestirla.
horror vacui, iniziato come progetto sull'impossibilità di un figlio, diventa nel corso degli anni un discorso sulla complessità del femminile come situazione permanente, legato indissolubilmente all'instabilità e al cambiamento ciclico, e sul ruolo di madre studiato non nei suoi effetti ma nella sua genesi, prima come desiderio, quindi come attesa.
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