Into The Fountain
nello scalone a doppia rampa di un antico palazzo un tubo rosa è appeso ad altezza uomo e permette, attraverso la sua mobilità, di essere utilizzato come un cannocchiale da chi si trovi a ridosso della ringhiera che separa dal vano scala.
Lo spazio circostante, come un piccolo anfiteatro, richiama la forma della celebre opera di Marcel Duchamp e potrebbe trasformarsi nella stessa “Fontana”.
Il tubo rosa richiama però una forma fallica, e osservare lo spazio attraverso di esso sarà come ricreare il punto di vista del pene di Duchamp ogni volta che ha approcciato una “fontana”, appunto.
“Dissacrare un dissacratore”, ridicolizzare un’opera d’arte seria, restituire ad un oggetto comune la sua destinazione d’uso è l’intento ulta-post-extra-trans-dadaista che ci si prefigge con questa installazione provocatoria e giocosa al contempo.
Il tubo, realizzato in polietilene espanso antistatico, ha dimensioni proporzionate sia allo spazio circostante sia alla media delle dimensioni del pene umano.
L’aggiunta di sfere gialle simula il prodotto finale dell’escrezione dei reni di Duchamp e rende l’installazione site-demenzial.
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