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Radici nell'acqua
"Questo è ciò da cui oggi voglio partire, una foto in cui mi rifletto, colta un anno fa in un pomeriggio romano che pareva disegnato a china e acquarello. Un momento di simbiosi con quella danza nell'acqua della natura che mi riportava in alcuni luoghi della mia vita verso i quali la mia mente è sempre rivolta: Bali la prospera, l'India, la vasta, il Bangladesh, il gioiello nascosto sotto la polvere, la fatica e il riscatto. Luoghi dove l'acqua, quando c'è, è sfacciatamente tanta...e ogni cosa sommerge e a ogni cosa ridà vita, facendola brillare. Oggi non ho vera quiete se non nel movimento. Quando sono qui sono anche lì. E quando sono lì sono anche qui, in un brilluccichio. La strana creatura che sono non affonda le sue radici in una sola terra, ma piuttosto nuotano e volano e sulla terra vorrebbero solo danzare. E d'acqua e aria è la mia epoca. E questa foto è giusta ora perché acquatico è il mio sentire in questo momento. Dalle profondità di un passato liquido, ricco di stimoli, ma anche difficile da dipanare e che spesso mi fa inciampare, sento però la vita che vuole affiorare e danzare.
E, per oggi, superando le incertezze sul se e il come cominciare questo progetto, ho voluto scrivere parole nell'aria con i rami di un albero intinti di china: Roots in the water
"And this, and so much more?" "It is impossible to say just what I mean?" (T. Eliot, "The Love Song of Alfred J. Prufrock" )"
...poi fra i pensieri si è fatto avanti il ricordo di Sara che sogna su un divano di fortuna, divenuto il suo castello, e una valigetta accanto ai piedi. Dopo aver preso con i genitori il secondo aereo della sua vita, era ora in visita a nonni e parenti nel suo paese di nascita, il Bangladesh. Ho iniziato a ricostruire qualcosa di quello che poteva aver visto con i suoi occhi e che ora si ricomponeva forse nel sogno. Un racconto onirico per immagini e sensazioni da mettere in valigia e conservare con cura perché difficilmente traducibile a parole in un altro contesto culturale. Qualcosa di simile a quello che avveniva anche a me nell'infanzia, quando le parole non mi bastavano a raccontare le distanze fra i mondi differenti in cui mi trovavo a vivere e a far danzare le mie radici.
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