LeFABBRICHEdegliANGELI

L’idea si è sviluppata per associazioni leggendo un articolo di Vittorio Arrigoni dal titolo “Le fabbriche degli angeli” sul bombardamento avvenuto a Gaza nel dicembre 2008.
Volevo comunicare la sofferenza e l’impotenza che avevo provato leggendo di tanta bruttura. La foto che avevo scattato a un manichino trasparente contenente i resti di vecchi balocchi mi ha aiutato a rafforzare l’idea. I balocchi si sono svuotati del loro significato ludico assumendo una connotazione drammatica e inquietante: sono divenuti corpicini smembrati.
I bimbi sono accomunati per eccellenza agli angeli. Bimbi di colore, culture e religioni diverse si integrerebbero attraverso il gioco e le diversità. Da sola la foto non aveva comunque la forza di esprimere tutto quello che sentivo e così ne ho ricavato 350 schegge. Con esse ho generato un video che si interrompe all’improvviso perché le bombe intelligenti tanto intelligenti non sono e fermano in un istante la vita di esseri inermi, veri angeli nelle tante strisce di Gaza disseminate nel mondo. Chissà quei bimbi in condizioni di vita diverse cosa sarebbero diventati! Quanta ricchezza si perde e quanta solitudine e tenebre calano.