In principio era la fiaba

In principio era la fiaba

Un progetto nel progetto. Così si presenta Alice: l’inizio di un percorso, che toccherà in futuro altre fiabe. Perché la fiaba è il genere che preferisco, e Alice è quella che più mi rappresenta. Per il mondo in cui si avventura: il mondo delle meraviglie. Del non senso. Un mondo che Caroll ha saputo raccontare con lucidità, per la sintonia che aveva con i bambini. Un mondo che vorrei esistesse realmente. E che, in realtà, è in ognuno di noi, ma che non è visto e scoperto da tutti.
Sono convinta che ogni persona possieda nella propria unicità tratti distintivi che appaiono come vere e proprie impronte digitali: ciò che esiste di più bello non alberga nell’esteriorità delle cose, ma nel coraggio di saperle vivere nel profondo. Secondo me la bellezza è l’elemento non oggettivabile per definizione: essa risiede in ogni più piccolo lineamento e si rivela in modo unico a tutti coloro che la vogliono vivere con sincerità. Cerco di restituire la bellezza e l’unicità agli elementi, siano essi persone o più semplicemente oggetti quotidiani.
Ma come in ogni grande opera ciò che si rende visibile agli occhi del fruitore è solo una minima parte dell’intero progetto. La fase di costruzione della tela è l’ultima di un lungo processo creativo che vede nella pennellata finale il coronamento di un faticoso percorso di ricerca e di notti insonni.

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