Piazza Venezia

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Fotografare significa scrivere con la Luce.
La particolarità che contraddistingue la fotografia sull'architettura dell'artista Wilson Ortiz, è di arrivare alla sostanza concettuale della medesima, attraverso la vibrazione della luce ed il suo movimento: la realtà viene trasposta, tramite la sperimentazione, ad un piano superiore dove il sogno sfugge attraverso il dinamismo, dalla realtà.
Wilson Ortiz è un fotografo di origini Colombiane che dopo aver viaggiato e aver fatto virtù del viaggio in Europa e in America, ha analizzato, attraverso i suoi scatti, l'interazione tra luce, ombra, colore, movimento e stasi, unendo tutte queste caratteristiche in opere di senso compiuto. Attualmente risiede a Monaco di Baviera dove svolge la sua attiva di fotografo, in vari settori e campi. Negli ultimi anni si è dedicato e specializzato sulla ritrattistica contestualizzando il soggetto e fotografia di architetture: facendo rimanere invariato e caposaldo l'elemento “spazio”.
La fotografia di Wilson Ortiz, all'interno dei progetti sull'architettura, verte sul far emergere la sostanza nascosta dell' edificio e ciò che lo spazio circostante può svelare aldilà della realtà retinicamente ed universalmente tangibile. Partendo da un' immagine statica quale un architettura, attraverso la rielaborazione e attraverso la tecnica e la sua sensibilità riesce a donarle vita, movimento, dinamismo creando architetture e spazi surreali dove prevale un forte fattore di luce e del suo movimento nello spazio: ciò che abbiamo edificato con tanta razionalità e meccanicità, viene focalizzato sotto un altro aspetto, gli occhi dell'artista e la sua capacità riescono a scardinare, attraverso un profondo studio della luce, dell'ombra e del riverbero la fermezza e la monumentalità della medesima.
All' interno delle sue fotografie, la staticità dell'architettura viene messa in movimento dall' occhio dell' artista creando un estetica della velocità propria del futurismo.
“È luce del movimento, lo spazio è luce e movimento” : ciò si traduce nel vivere ed abitare lo spazio, saper vedere la luce nelle sue forme, nelle sue linee, riportando le fotografie in una dimensione astratta, esulate dalla rappresentazione oggettiva.
Un astrattismo surreale che partendo da un fattore di luce, elemento importante per il saper vedere, va oltre la luce stessa e rende possibile il guardare e focalizzare l'altrove di linee, di sospensioni ed apparenti soggetti che si aggirano nello spazio e vivono di colori che gridano movimento, di fugaci linee che armonizzano, di stabili presenze architettoniche che rifuggono dalla stabile funzionalità; è questa la fotografia poetica di Wilson.

Il saper guardare il dinamismo oltre una legge precostituita : “io sfuggo dall'architettura ma la vivo e sento dentro che il movimento c'è anche durante la stasi della notte. Quando tutto tace il movimento è un fantasma che si svela e rivela.”

una luce
un punto
una linea
un architettura
uno spazio
una foto
dinamicamente
smuove
rivive
e diventa altro

Scritto da: Romina Sangiovani OnArt Gallery Firenze

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