Il progetto “Metal Muses” nasce sul mio luogo di lavoro. Gli operai dell’azienda dove lavoro si sono prestati a farsi immortalare per permettermi di dar vita a una mia idiosincrasia: il rapporto tra il nostro corpo e gli oggetti che utilizziamo. In particolare mi sono concentrata su strumenti di lavoro metallici che entrano a far parte integrante della vita di chi li utilizza, diventando verosimilmente un prolungamento del corpo. Ogni operaio ha particolari abilità e l’uso continuo dell’oggetto, 8 ore o più al giorno, porta a una perfezione tecnica e a una competenza diversa e unica per ognuno. Il lavoratore e l’oggetto condividono la loro vita lavorativa e sono parte integrante l’uno dell’altro. Mi sono concentrata sui volti poiché è proprio nei loro visi, nelle espressioni facciali che più si possono leggere le fatiche, le vittorie, le sconfitte e tutto ciò che ha segnato la loro vita, lavorativa e non. Il loro sguardo è il focus del ritratto, seguito dall’oggetto metallico prescelto che entra in scena come parte corporea scintillante e vitale, a volte costrittiva, a volte rassicurante, sempre familiare. Il colore rende più realistiche le immagini rispetto al bianco e nero, non si tratta di un sogno, di un trucco surreale. Gli attori non sono modelli ma gli operai dell’azienda. I loro vestiti non sono stati studiati ad hoc, indossano ciò che indossano abitualmente al lavoro e le foto sono state scattate nelle pause dei turni non in momenti prestabiliti. Allo stesso modo la location è l’officina meccanica interna all’azienda, dove gli stessi strumenti metallici sono stati rintracciati.
News
celeste,
Commenti 0
Inserisci commento