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Limes. La geografia nasce dall'odio / Limes. Geography spawns from hate
Al grido di “Vivat Pandur!”, una milizia dell’esercito imperiale asburgico, intorno alla metà del Settecento, si schierava a difesa dei confini con l’Impero Ottomano.
Limitare. Proteggere. Invadere. Contenere. Solamente pretesti per disegnare nuove mappe.
La geografia nasce dall’odio, quella dei Balcani non fa eccezione.
"Viva i Panduri!" Chi sono? Non saprei. "Viva la guerra!" Contro chi? Continua a combattere. "Viva i confini!" Posso entrare? Vattene.
Quando l'odio si sarà placato, daremo nuovi nomi alle strade e alle piazze: ricorderemo con ferocia.
Questo progetto nasce da un'idea dominante: come si tradurrebbe una cartografia moderna che, partendo da un presupposto di estrema sincerità, fondasse la propria terminologia sull'odio? Le suddivisioni geografiche, la nascita degli stati, i nomi delle singole strade o piazze, scaturiscono sempre o quasi sempre, da azioni violente. Dopo o durante una guerra si stabiliscono nuovi confini, nuove regole, nuovi spazi architettonici, paesaggistici e umani. Di solito, le città danno alle proprie, vie i nomi delle azioni e dei momenti vincenti della guerra. Al contrario, la cartografia che propongo in questo progetto fonda la propria nomenclatura sulle azioni umane più terribili e feroci. Un modo politicamente scorretto per non cadere nell'oblio, per riaprire le ferite della memoria.
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