Derma (Your place as your skin/A terra sutta i to pedi è comu a to peddi) Il lavoro, presentato sotto forma di installazione, è l’allestimento esterno, “in campo aperto”, dove l’autore ha messo in scena il tentativo di rappresentare la relazione del pensiero con il paesaggio attorno, e così, come uno dei tanti “giardinieri planetari”, seguaci del manifesto di Gilles Clement, in un terreno residuo, dove l’uomo - il proprietario del fondo - ha deciso di realizzare un parco artistico, come un artificio che avvicina la diversità che garantisce il futuro, l’artista ha proposto una sorta di configurazione di un epifenomeno - ossia la trasformazione superficiale del medium che ha utilizzato - una lastra di lattice colorato - durante il tempo di esposizione alla luce solare. Quindi, l’autore ha trattato il tema dei luoghi con la metafora della pelle che reca in se i segni della storia, del tempo, e delle intemperie della vita. Il processo, è del tutto simile a quello fotografico: la luce, filtrata attraverso una protezione aerea, con la sua violenza meridiana, cancella quello che l’autore aveva precedentemente scritto, ma disegna anche qualcosa di nuovo, di imprevisto. L’opera è la “spaziatura” tra la testimonianza e il rimando ai processi di quella “geografia umana” che talvolta consuma irrimediabilmente gli spazi della “traspirazione”, che la natura imperiosamente richiede. ( Realmonte, AG, Sicily – Scala dei Turchi/White Wall – Luglio / Agosto 2016 – dimensioni ambientali, riparo, stuoie, piombo da sub, lattice, watercolours, banner )
Derma (Your place as your skin/A terra sutta i to pedi è comu a to peddi) Il lavoro, presentato sotto forma di installazione, è l’allestimento esterno, “in campo aperto”, dove l’autore ha messo in scena il tentativo di rappresentare la relazione del pensiero con il paesaggio attorno, e così, come uno dei tanti “giardinieri planetari”, seguaci del manifesto di Gilles Clement, in un terreno residuo, dove l’uomo - il proprietario del fondo - ha deciso di realizzare un parco artistico, come un artificio che avvicina la diversità che garantisce il futuro, l’artista ha proposto una sorta di configurazione di un epifenomeno - ossia la trasformazione superficiale del medium che ha utilizzato - una lastra di lattice colorato - durante il tempo di esposizione alla luce solare. Quindi, l’autore ha trattato il tema dei luoghi con la metafora della pelle che reca in se i segni della storia, del tempo, e delle intemperie della vita. Il processo, è del tutto simile a quello fotografico: la luce, filtrata attraverso una protezione aerea, con la sua violenza meridiana, cancella quello che l’autore aveva precedentemente scritto, ma disegna anche qualcosa di nuovo, di imprevisto. L’opera è la “spaziatura” tra la testimonianza e il rimando ai processi di quella “geografia umana” che talvolta consuma irrimediabilmente gli spazi della “traspirazione”, che la natura, imperiosamente, richiede. ( Realmonte, AG, Sicily – Scala dei Turchi/White Wall – Luglio / Agosto 2016 – dimensioni ambientali, riparo, stuoie, piombo da sub, lattice, watercolours, banner )
Derma (Your place as your skin/A terra sutta i to pedi è comu a to peddi) Il lavoro, presentato sotto forma di installazione, è l’allestimento esterno, “in campo aperto”, dove l’autore ha messo in scena il tentativo di rappresentare la relazione del pensiero con il paesaggio attorno, e così, come uno dei tanti “giardinieri planetari”, seguaci del manifesto di Gilles Clement, in un terreno residuo, dove l’uomo - il proprietario del fondo - ha deciso di realizzare un parco artistico, come un artificio che avvicina la diversità che garantisce il futuro, l’artista ha proposto una sorta di configurazione di un epifenomeno - ossia la trasformazione superficiale del medium che ha utilizzato - una lastra di lattice colorato - durante il tempo di esposizione alla luce solare. Quindi, l’autore ha trattato il tema dei luoghi con la metafora della pelle che reca in se i segni della storia, del tempo, e delle intemperie della vita. Il processo, è del tutto simile a quello fotografico: la luce, filtrata attraverso una protezione aerea, con la sua violenza meridiana, cancella quello che l’autore aveva precedentemente scritto, ma disegna anche qualcosa di nuovo, di imprevisto. L’opera è la “spaziatura” tra la testimonianza e il rimando ai processi di quella “geografia umana” che talvolta consuma irrimediabilmente gli spazi della “traspirazione”, che la natura imperiosamente richiede. ( Realmonte, AG, Sicily – Scala dei Turchi/White Wall – Luglio / Agosto 2016 – dimensioni ambientali, riparo, stuoie, piombo da sub, lattice, watercolours, banner )
Derma (Your place as your skin/A terra sutta i to pedi è comu a to peddi) Il lavoro, presentato sotto forma di installazione, è l’allestimento esterno, “in campo aperto”, dove l’autore ha messo in scena il tentativo di rappresentare la relazione del pensiero con il paesaggio attorno, e così, come uno dei tanti “giardinieri planetari”, seguaci del manifesto di Gilles Clement, in un terreno residuo, dove l’uomo - il proprietario del fondo - ha deciso di realizzare un parco artistico, come un artificio che avvicina la diversità che garantisce il futuro, l’artista ha proposto una sorta di configurazione di un epifenomeno - ossia la trasformazione superficiale del medium che ha utilizzato - una lastra di lattice colorato - durante il tempo di esposizione alla luce solare. Quindi, l’autore ha trattato il tema dei luoghi con la metafora della pelle che reca in se i segni della storia, del tempo, e delle intemperie della vita. Il processo, è del tutto simile a quello fotografico: la luce, filtrata attraverso una protezione aerea, con la sua violenza meridiana, cancella quello che l’autore aveva precedentemente scritto, ma disegna anche qualcosa di nuovo, di imprevisto. L’opera è la “spaziatura” tra la testimonianza e il rimando ai processi di quella “geografia umana” che talvolta consuma irrimediabilmente gli spazi della “traspirazione”, che la natura, imperiosamente, richiede. ( Realmonte, AG, Sicily – Scala dei Turchi/White Wall – Luglio / Agosto 2016 – dimensioni ambientali, riparo, stuoie, piombo da sub, lattice, watercolours, banner )
Derma (Your place as your skin/A terra sutta i to pedi è comu a to peddi) Il lavoro, presentato sotto forma di installazione, è l’allestimento esterno, “in campo aperto”, dove l’autore ha messo in scena il tentativo di rappresentare la relazione del pensiero con il paesaggio attorno, e così, come uno dei tanti “giardinieri planetari”, seguaci del manifesto di Gilles Clement, in un terreno residuo, dove l’uomo - il proprietario del fondo - ha deciso di realizzare un parco artistico, come un artificio che avvicina la diversità che garantisce il futuro, l’artista ha proposto una sorta di configurazione di un epifenomeno - ossia la trasformazione superficiale del medium che ha utilizzato - una lastra di lattice colorato - durante il tempo di esposizione alla luce solare. Quindi, l’autore ha trattato il tema dei luoghi con la metafora della pelle che reca in se i segni della storia, del tempo, e delle intemperie della vita. Il processo, è del tutto simile a quello fotografico: la luce, filtrata attraverso una protezione aerea, con la sua violenza meridiana, cancella quello che l’autore aveva precedentemente scritto, ma disegna anche qualcosa di nuovo, di imprevisto. L’opera è la “spaziatura” tra la testimonianza e il rimando ai processi di quella “geografia umana” che talvolta consuma irrimediabilmente gli spazi della “traspirazione”, che la natura, imperiosamente, richiede. ( Realmonte, AG, Sicily – Scala dei Turchi/White Wall – Luglio / Agosto 2016 – dimensioni ambientali, riparo, stuoie, piombo da sub, lattice, watercolours, banner )
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