Iconica Analitica non è solo il titolo di un’opera ma un programma di lavoro; un modus operandi fondato sui due presupposti essenziali della pittura: la visione figurativa e la dimensione astratta dell’immagine. La mia pittura rappresenta dunque una sintesi astratto-figurale, duplice soglia mentale del di¬pingere situata proprio sul limite della tensione che nel colore si può generare tra l’emersione della figura o l’annullamento dei suoi contorni in una geometria definita o indefinita. Il mio impegno artistico verte su un processo di creazione molto tradizionale rispettando i principi fondamentali della pittura a olio. La sovrapposizione di trasparenze e veli luminosi avvolge il profilo morfologico dell’immagine allontanandola da una precisa definizione, dalla possibilità di essere riconoscibile. A emergere dalle trasparenze dei quadri è il mistero primordiale dei volti, i quali appaiono nello spazio evanescente del quadro sempre sul punto di rivelarsi, ma rimangono sospesi al confine di se stessi, lontani da ogni rivelazione: è il processo stesso del rivelare quello che conta. Il mistero del disvelamento dell’immagine promuove la non contraddittorietà delle dimensioni figurale e astratta che non si consumano o annullano una nell’altra, ma si amplificano reciprocamente. L’osservazione dell’opera torna, allora, ad analizzare e a riabilitare il livello chiave del quadro: l’essere un fenomeno percettivo, sensibile.
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celeste,
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