Nel ritratto di madre, è presente una connessione profonda che lega la maternità alla natura, alla terra e alla fertilità, un tema ricorrente in molte religioni e mitologie. Il repertorio di soggetti a prima vista insignificanti, ma per l’artista s’identificano in un approccio intimo e sentimentale, la qualità emotiva dell’opera alla luce dei ricordi della propria madre. Un ritratto di madre legata alla famiglia e nel suo legame di maternità. Nel manifestare questo rapporto tra reale e immaginario in una forma arditamente naturalistica, si trascende a un linguaggio che evoca un ricordo perduto a un’iconografia materna legata tra cielo e terra, nella quale si combinano antichi simboli e prospettive inedite. L’opera con i suoi elementi naturistici rileva la sua forza generatrice, il melograno con la sua storia, viene paragonato al corpo femminile e al grembo materno e pur prestandosi a svariate simbologie e interpretazioni, per l’artista costituiscono la traduzione di idee in nuove forme che rilevano l’inconscio, perché non codificabili alla concettualizzazione. Il nido è una presenza imponente e al tempo stesso soffice e amorfo. Sospeso in alto, rappresenta uno spazio intimo, rassicurante della famiglia e della maternità, un legame tra cielo e terra, ma anche un luogo intrinseco a interpretazioni che descrivono i rapporti familiari come un teatro di desideri, affetti e scontri generazionali.
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celeste,
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