Il lento sciogliersi del ghiaccio
modifica in tempi incredibilmente rapidi, non lasciando traccia della sua precedente vita. Federico Seppi da alcuni
anni lavora al tentativo di bloccare nel tempo questa sua natura mutevole, non imprigionandola grazie all’artificio
tecnico di una temperatura costantemente sotto lo zero, ma reinventandone la natura, trasformandolo in altro,
creando delle situazioni in cui la sua presenza sia stabile. Nasce così Il lento sciogliersi del ghiaccio, un’installazione
dove il ghiaccio viene celato alla vista da una struttura stalattitica, che lo imprigiona e ce lo restituisce sotto forma di
goccia d’acqua, di suono e di vibrazione luminosa. Uno sciogliersi lento fino a diventare infinito, che trasfigura il
ghiaccio rendendolo rumore e immagine, immutabile metronomo del passare del tempo. Si tratta di un’opera mai
conclusa, di un’incompiuta volontaria. Come in una grotta naturale, dove stalattiti e stalagmiti combattono la loro
titanica sfida contro i millenni aggiungendo pochi millimetri di spessore e lunghezza ogni anno, Seppi crea delle
strutture cercano di raggiungere il suolo. Stalattiti artificiali, provocatoriamente realizzate con un materiale di sintesi
del petrolio, la paraffina, quanto di più lontano dalla purezza del ghiaccio si possa dunque immaginare, che con il
loro bianco intenso trasmettono, in maniera ingannevole, il senso sacro della purezza di questa lenta ma
implacabile operazione. Il rapporto tra tempo e natura è indagato attraverso un passaggio di stato eternato
nell’attimo di un momento.
(Mdp)
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