SI PERDEA LA SENTENZA DI SIBILLA - Even thus the Sibyl’s oracles, inscribed
PARADISO CANTO XXXIII Versetti 64-66
Così la neve al sol si disigilla;
così al vento ne le foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla
Come il tepore del sole che priva la neve, squagliandola, della sua effimera compattezza di neve, e il refolo di vento, che scompaginava le foglie leggere su cui la Sibilla Cumana aveva scritto le parole dei suoi responsi oracolari rendendoli indecifrabili, varranno forse lo sventato fervore della memoria, che altera e confonde le immagini nel tentativo di evocarle. Certo, la bellezza di questi versi fa spavento.
La frase latina "ibis redibis non morieris in bello" è, tradizionalmente, il responso dato dalla Sibilla a un soldato andato a consultare l'oracolo sull'esito della propria missione. La frase, come tutti i responsi oracolari, è volutamente ambigua ("sibillina", appunto) e offre una duplice interpretazione, a seconda da come si vuole usare la punteggiatura.
Se, infatti, si pone una virgola prima di “non” (ibis redibis, non morieris in bello), il significato del responso è “Andrai ritornerai, non morirai in guerra”. Diventando, perciò, l’equivalente di ibis redibis numquam peribis, ovvero “andrai tornerai non morirai”, prefigurera un esito senza dubbio positivo della missione;
Se, invece, la virgola viene spostata dopo la negazione (ibis redibis non, morieris in bello), il senso cambia fino a trasformarsi nel suo esatto contrario: “Andrai non ritornerai, morirai in guerra”. La missione del povero soldato, in tal caso, avrà un esito assolutamente negativo.
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