Leda
2016
cm. 80 x 60 x 60
Resina, carta, gesso
La scultura nasce da un'interpretazione assolutamente personale, sino a diventarne in qualche modo racconto autobiografico, del mito di Leda.
L'uso simbolico del colore rosso – sangue e amore – è concentrato in due nodi focali: testa e piedi / casco e sandali infradito; essi staccano dalla neutralità di tutto il resto insieme ai vitrei occhi blu.
La Leda contemporanea, figlia e moglie di ogni signore della guerra, ingannata da ogni aspirante dio sotto mentite spoglie, come un poeta di guerra sublima la paura e la sofferenza attraverso il verbo sospeso. Parole forti che impastano la bocca, ma versi latenti, mai detti e raccolti dentro sé.
E' il casco il generatore di silenzio che dona la capacità di plasmarsi, attraverso una cruda realtà (mondo – guerra – inganno) e una visionarietà introspettiva ( sé – dolore – amore).
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