Invisible
Ho concepito la serie come un insieme in cui ogni elemento si connette all'altro e assume un ulteriore significato perché inserito in un contesto coagulante: il tema del vuoto e dell’invisibile come assenza, metafora della precarietà e dell’incertezza nella condizione umana.
L’installazione assume connotati di medium, diventa un dispositivo attraverso il quale l’osservatore viene collocato in un intervallo di risonanza tra l’azione ( camminare, sparare,cadere ecc…) e la sua configurazione nella realtà tradotta sotto forma di oggetto: un’asse di legno appoggiata alla parete è crivellata di fori tanto che si spacca in due nella parte centrale ma rimane miracolosamente nella stessa posizione;; un paio di scarpe che “camminano” da sole senza nessuno che le indossi; una sedia e altri oggetti che “affogano” nel pavimento…..
La serie è completata da dipinti e disegni a pastello e carboncino che raffigurano scenari, perlopiù paesaggi, dove il concetto di invisibilità viene espresso attraverso un’anomalia o un elemento inconsueto che corrompe l’immagine per effetto di un passaggio o azione compiuta da qualcuno di cui ne rimane solo una traccia visiva: un gommone che solca un mare artico senza che ci sia nessuno che lo governi; un piccione posato sul mare; un paesaggio di montagne rocciose dove è visibile il fumo di un incendio o esplosione, un velivolo della seconda guerra mondiale in competizione con aerei di carta che si stagliano su di un cielo minacciosamente nuvoloso….
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