InCubus
L'uomo “perfetto” nella sua rappresentazione stilistica lineare e razionale, che riporta le misure proporzionali basate sul Canone di Policleto, è stato bruciato dalla sua stessa razionalità, nel voler costantemente inseguire un livello di perfezione assoluta, costruendo intorno a sé il proprio mondo perfetto, che altro non è che una mera gabbia. Distopia o realtà?
Parlano del mondo effimero, in cui la corsa verso il grado di perfezione ideale raggiunge un livello di autodistruzione inconsapevole, dove volere e avere costituiscono i piani verticali e orizzontali di una gabbia insormontabile e in crescita esponenziale.
L'ossessione ne costituisce, non solo il gioco poetico e autodistruttivo descritto dall'artista come parte avvincente del significato del progetto scultoreo, ma anche una componente fondamentale per la costruzione seriale e razionale di ogni opera, e di tutte le opere, che possono essere raggruppate in un unico enorme cubo, e in cui i mondi “perfetti” degli individui creano un in-cubo ancora più grande e articolato.
È un'opera che non smette mai di crescere.
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