XXIV Waves For Piano Solo
Commissione Artistica e Disegno-Teatrale: Keane
Realizzazione QRCode Tridimensionali: Alessandro Stefani
I: Les ténèbres
II: Hommage a Frederic Chopin
III: Corale
IV: Thème de Dieu
V: From the dark
VI: Clock
VII: De Profundis
VIII: La Cloche fêlée
IX: The bell
X: Five seconds again
XI: Cell
XII: Joy
XIII: Barcarolle
XIV: Double
XV: Dalle due alle tre…
XVI: Metrocosmos for George
XVII: Elegia
XVIII: Tramonto Romantico
XIX: Istanbul
XX: Sorry, Ludwig
XXI: Aquarius
XXII: David
XXIII: Fin de la journée
XXIV: Time for Verdi
NOTE GENERALI: La nascita di “XXIV WAVES FOR PIANO SOLO” è certamente la più particolare fra le composizioni del M° Massimo Salotti, pianista e compositore lucchese. Da una commissione dell’artista irlandese Keane, promotore del nuovo fenomeno artistico-culturale denominato “geo-cultural caching“, Salotti trova linfa ed ispirazione per una sperimentazione sonora che disegna, imprime e suggestiona l’orologio emotivo dell’interprete/ascoltatore. Specchio profondo di un’analisi introspettiva, le 24 onde sonore esplorano l’animo umano in una profonda ricerca del suono “primordiale”. Ispirato alla numerologia, alla rievocazione di immagini, di citazioni, di emozioni, di ansie, di paure, l’opera dedicata a David Lynch rende omaggio anche ai grandi compositori (Verdi, Shostakovich, Beethoven, Chopin, ecc…), alle grandi strutture compositive, alle celebri raccolte di studi e divertimenti rileggendo il rigore formale come unico punto di contatto fra interprete/compositore e pubblico.
L’ESECUZIONE COME SPAZIO SONORO: Il tessuto compositivo, scritto mediante una time-line di 24 tracce, diventa struttura compositiva simile ad un vero e proprio corale polifonico: le 24 voci infatti potranno essere eseguite nella sua successione ordinaria (monodica), o nelle infinite combinazioni verticali (polifoniche) grazie alla sovrapposizione delle stesse tracce musicali; nascosta in ogni traccia mediante un artificio tecnico-matematico, i 24 rintocchi delle campane del Duomo di Barga, scandiranno con inesorabile forza lo scorrere del tempo. L’ideale “annientamento” del ruolo dell’esecutore, concepito nella sua ordinaria consuetudine, trova espressio completa con la letterale distruzione della partitura musicale.
Il suono digitale rappresenterà l’unica soluzione esecutiva, che potrà però essere “comandata” meccanicamente dai 24 esecutori. La “vox humana” del pianoforte, preparato mediante un processo di alterazione dei corpi vibranti, viene impressa nella cellula digitale mediante un semplice registratore digitale privo di artifici fonici (un simpatico omaggio all’agente Dale Cooper di “lynchiana” memoria).
Il pubblico potrà partecipare all’esecuzione della stessa opera musicale in vari modi:
1) Come ascoltatore passivo, all’interno della struttura circolare creata nello spazio a disposizione.
2) Come esecutore: tramite un tablet o uno smart-phone sarà possibile, fotografando dei codici bidimensionali, ascoltare le varie singole tracce.
LA TECNOLOGIA COME STRUMENTO PER LA LETTURA ARTISTICA DELL’OPERA: L’opera di Salotti nasce dalla materia (musicale e sonora) per scontrarsi violentemente con l’aspetto freddo ed inerme della tecnologia. Una critica, un augurio o una sperimentazione? Può la tecnologia integrarsi nell’opera d’arte?
Può vivere e sopravvivere, oggi, un’opera d’arte senza artifici tecnologici?
Ma SOLAMENTE grazie alla tecnologia.
Solamente grazie ad un lettore di QRCode.
Solamente grazie ad un codice.
Solamente grazie ad una connessione web.
Solamente grazie ad un altoparlante.
Partendo da un un semplice codice “primordiale”: 0 1 0 0 1 0 1 0 0 0 0 1
Sarà davvero la prima INSTALLAZIONE SONORA SENZA SUONI?
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