DEPOSITI N° 10
La performance è anche una riflessione sul valore e sullo spazio dell’arte. Iovinella infatti sottrae, in questo caso, le sue opere a ogni tipo di riproduzione e di documentazione, concentrandosi – come in un maniacale esercizio di autodisciplina – sull’eccezionalità dell’esperienza diretta e fisica dell’arte: il suo lavoro infatti esiste come una forma di tradizione orale, una leggenda, un racconto che deve essere tramandato e che non può essere fotografato, illustrato o tradotto in immagini.
Ancora una volta Iovinella affronta la questione dello spazio nel quale configurare l’opera d’arte, si confronta con uno spettatore dinamico che vive le sue installazioni-performance. Una volta visto cosa nasconde lo spioncino, la scelta di aprire la porta è a carico del visitatore. Dopo essere stato vittima passiva della performance, il ruolo del pubblico viene capovolto. Si diviene attivi, padroni delle chiavi della nostra memoria.
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