"Venere Reclina" - "Reclining Venus"
La maestosa “Venere reclina" (85x163 cm, torso femminile che si tramuta in leopardo, zebra, airone, scimmia) è una “pitto-scultura” concepita, coerentemente con tutta la mia produzione artistica, con il fine di far dialogare in maniera giocosa ed interattiva l’arte e il pubblico di tutte le età. L’assoluta originalità del lavoro, che consta di tre opere in una, non va però a scapito di un costante riferimento alla grande tradizione artistica, cifra che contraddistingue la tutta mia poetica e il mio 'modus operandi.'
L'opera - appena terminata e quindi mai esposta prima al pubblico - presenta una resa tecnico-formale e coloristica più matura. Frutto di un momento particolarmente ispirato, la “Venere” si differenzia da altri lavori da me presentati per la singolarissima trattazione degli sfondi: nella ripresa dell’antica - e onerosa - tecnica decorativa della doratura in foglia oro zecchino con la quale ho inteso ricollegarmi concettualmente a quell’arte prodotta nelle cosiddette “epoche fototropiche” (bizantina e medievale) in cui la luce è l’elemento che dà vita alle forme: le figure – come “novelle icone” – emergono dai bagliori del fondo aureo e sollecitano i fruitori ad interagire con l’opera dandone un’interpretazione sempre nuova, in perenne metamorfosi.
L’Arte, d’altronde, ha bisogno di essere reinventata: essa è, usando le parole di Duchamp, “un gioco tra artista e spettatore”; e questo è il messaggio che il mio operare artistico intende da sempre veicolare.
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Per anni, la Grecia ha chiesto invano la restituzione dei marmi, sostenendo la tesi che le sculture fossero state esportate con l’inganno e che queste rappresentassero una parte del simbolo nazionale del Paese.
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