Interferenze

Interferenze

“Interferenze” il nuovo progetto della Kirchmayr si concentra sul telefono, strumento sostanzialmente oramai datato ma che negli ultimi anni la tecnologia ha reinventato, facendolo divenire un compagno irrinunciabile della nostra esistenza. E il telefono è il protagonista di questa collezione, non tanto come oggetto in sé, quanto e in quanto per essere oramai l'emblema di una comunicazione tanto facile quanto invasiva, sicuramente utile ma il più delle volte ossessiva e superflua: nel proporlo alla nostra attenzione, la Kirchmayr tralascia l'effetto estetico e si concentra invece su una serie di interpretazioni che lo contestualizzano con supporti materici, cromaticamente scuri, dove la matericità della superficie diventa la metafora dell'esistenza odierna, con le sue asperità, le contraddizioni, le mille sfumature che si specchiano in un relativismo spersonalizzante.
Per l'artista una volta eravamo padroni del telefono, oggi sembra essere lui ad aver conquistato il comando: ma intelligentemente Nadia Pastorcich, nella presentazione della Mostra personale della Kirchmayr intitolata “Interferenze”, si interroga ( e ci interroga) “ Ma è il telefono con la sua evoluzione ad aver cambiato il nostro stile di vita o siamo stati noi ad averlo modificato attraverso l'uso del telefono?
L'artista no dà risposte, ma non si sottrae alla riflessione e attraverso quadri, installazioni e composizioni crea un dialogo partecipato con i fruitori per indurli – anche inconsciamente – ad una riflessione, senza pretendere di indirizzarla, ma aiutandoli a riflettere, a rivivere questo strumento di comunicazione com'era fino a pochi anni fa e come è invece oggi, fino prendere coscienza di quanto magari si è guadagnato in facilità di relazionarsi e quanto comunque si è perso sul lato dell'autenticità, dell'uso mirato e consapevole.
Lo strumento tecnico porta così ad una riflessione sull'esistenza, stimolando il ragionamento sul senso e sui valori che contano veramente nella vita.
Franco Rosso

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