Interferenze -Interference
Questo è il nuovo percorso di Monica Kirchmayr, nato quasi per caso cogliendo l'ispirazione, mentre con la tecnica dell'assemblage fondeva un telefono nell'opera che stava realizzando . Parla della tematica della comunicazione odierna, il progetto denominato “INTERFERENZE” e descrive l’evolversi del mezzo di comunicazione attraverso una serie di opere che ci riportano ai suoi usi nel tempo.
Il telefono come protagonista principale nella nostra vita è cambiato nella sua funzione, da semplice mezzo di comunicazione è diventato multimediale, capace di avvicinarci sempre più nelle lunghe distanze attraverso i social ed il web, ma allo stesso tempo frapponendo una barriera invisibile tra le persone che si trovano più vicine.
Le più colpite da questo fenomeno sono le nuove generazioni, quelle nate in questo sistema , quelle che dei ritrovi nel giardino sotto casa ne hanno sentito parlare solo dai genitori.
L’elemento pittorico della ruggine rappresentata attraverso una texture, accentua sulle opere il passare del tempo, gli apparecchi sostituiti ancora funzionanti, da altri più all’ avanguardia, sottolineando l’evoluzione tecnologica.
E’ in questo segmento che la ruggine prende forma, l’oggetto abbandonato e trascurato comincia a manifestare i primi segni di degrado proprio attraverso di essa.
Con questo progetto l’artista cerca di sensibilizzare lo spettatore ad un' analisi del fenomeno in corso, rappresentando nelle sue opere, l’associazione “metafisica” attraverso un abbandono dell’incontro “fisico” tra le persone.
La tecnica usata dall'artista deriva dalla sua esperienza nel campo della pittura scenografica cinematografica tramite l’utilizzo del Trompe L’Oeil.
Dalla passione per il disegno geometrico si spiega come mai i piani in vetro vengono sempre rappresentati in chiave prospettica ma soprattutto per dare l'idea di una visione a lunga distanza , le linee di fuga indicano una direzione, un punto d'incontro tra le idee e che ci può essere un'evoluzione, un cambiamento ,una crescita.
“Interferenze” il nuovo progetto della Kirchmayr si concentra sul telefono, strumento sostanzialmente oramai datato ma che negli ultimi anni la tecnologia ha reinventato, facendolo divenire un compagno irrinunciabile della nostra esistenza. E il telefono è il protagonista di questa collezione, non tanto come oggetto in sé, quanto e in quanto per essere oramai l'emblema di una comunicazione tanto facile quanto invasiva, sicuramente utile ma il più delle volte ossessiva e superflua: nel proporlo alla nostra attenzione, la Kirchmayr tralascia l'effetto estetico e si concentra invece su una serie di interpretazioni che lo contestualizzano con supporti materici, cromaticamente scuri, dove la matericità della superficie diventa la metafora dell'esistenza odierna, con le sue asperità, le contraddizioni, le mille sfumature che si specchiano in un relativismo spersonalizzante.
Marco glavina
Per l'artista una volta eravamo padroni del telefono, oggi sembra essere lui ad aver conquistato il comando: ma intelligentemente Nadia Pastorcich, nella presentazione della Mostra personale della Kirchmayr intitolata “Interferenze”, si interroga ( e ci interroga) “ Ma è il telefono con la sua evoluzione ad aver cambiato il nostro stile di vita o siamo stati noi ad averlo modificato attraverso l'uso del telefono?
L'artista no dà risposte, ma non si sottrae alla riflessione e attraverso quadri, installazioni e composizioni crea un dialogo partecipato con i fruitori per indurli – anche inconsciamente – ad una riflessione, senza pretendere di indirizzarla, ma aiutandoli a riflettere, a rivivere questo strumento di comunicazione com'era fino a pochi anni fa e come è invece oggi, fino prendere coscienza di quanto magari si è guadagnato in facilità di relazionarsi e quanto comunque si è perso sul lato dell'autenticità, dell'uso mirato e consapevole.
Lo strumento tecnico porta così ad una riflessione sull'esistenza, stimolando il ragionamento sul senso e sui valori che contano veramente nella vita.
Franco Rosso
Tutte le opere sono delle semi-installazioni a tecnica mista con la possibilità di interazione. L'opera "Punto d'incontro" ad ogni esposizione diventa sempre più un' opera collettiva. Il visitatore può ....anzi deve lasciare il proprio segno sulle pareti della cabina telefonica,per i più era una proposta assurda e per i giovani molto divertente.
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