Pittura, Politico/Sociale, Olio, 120x60cm
L’arma nella nostra cultura contemporanea è il feticcio per eccellenza, ho cercato di esprimere lo scontro esistente nella nostra cultura tra l’immagine e il suo effettivo significato, quanto un immagine di guerra per la nostra cultura può avere una fascinazione estetica. Ho cercato non di riprodurre fedelmente un immagine ma bensì di riflettere sul valore dell’immagine nella nostra cultura partendo da una convinzione. l’occidente non desidera la guerra lo spettacolo della guerra. Per questo ho giocato col colore: i quadrati che vediamo sul fondo non sono altro che la traduzione a livello pittorico del pixel come mutazione di un immagine in qualcosa d’altro rispetto alla sua origine, alla sua consistenza materiale e di significato. Viviamo nel contemporaneo la perdita di aura dell’immagine di cui parlava Barthes, essa viene ridotta a linguaggio binario e riportata sul monitor come unita minima, il pixel appunto che perde il suo luogo di origine come anche noi perdiamo il valore simbolico di quell’immagine. Riportare l’immagine al suo potere simbolico, questo è a mio avviso il ruolo dell’artista e la necessità primaria per l’arte.
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celeste,
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