I've got the spirit, lose the feeling, let it out somehow
Memorie in divenire. Pelle come limite spaziale tra io ed essere.
Il processo creativo nasce chiedendo al soggetto ritratto di fornire una sua interpretazione del concetto di pelle, lasciando completa libertà sia sulla forma sia sul contenuto dello scritto e suggerendo di mettere nero su bianco un concentrato della sua memoria passata, presente e futura, in divenire; un addensamento di sentimenti, lampi, speranze e disillusioni che, uno dopo l'altro, hanno creato la stratificazione. E la percezione in conflitto con lo spirito, l'alienazione che lotta con la normalità e viceversa.
In fase di ripresa fotografica abbiamo scelto uno stile volutamente in bilico tra documentaristico e astrazione simbolica, affinché non ci fosse nessuna ingerenza interpretativa e teatrale da parte del soggetto.
Abbiamo riversato sull'immagine fotografica tutta la massa mnemonico-emotiva, procedendo poi al ritorno all'individuo e alla definizione dei tratti più simbolici e significativi del suo vissuto, attraverso la sottrazione di strati, alla rimozione di materiale quasi a simulare il graffio, il graffito e l'incisione.
Da qui il senso di una ricerca iconografica che spazia tra epoche storico artistiche, da stampe cinquecentesche, al simbolismo di Redon, all'astrattismo fino al cinema e alla musica che hanno inevitabilmente contaminato l'esperienza personale.
*(Disorder - Joy Division)
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