Candy Skkinn
Santaseveso cristallizza nelle sue opere suadenti e dai colori ammiccanti quanto ingannevoli, quella che è stata la grande illusione. Lontana e anacronistica giunge alle orecchie degli attori della società dei consumi l’eco del lucido sillogismo cartesiano “cogito ergo sum”. Essi sono ciò che acquistano e il reiterato gesto del consumare coincide con la loro identità, fino a fagocitarne quelle impronte considerate univoche.
L’artista aggiunge alla lezione della pop art un aspetto feticista, che spesso accompagna i ricordi delle generazioni più giovani, per le quali ad ogni età corrisponde un brand allora in voga o un oggetto di culto. Mentre gli esponenti della pop art subivano il fascino della società dei consumi, i cui simboli venivano eletti a icone artistiche, Santaseveso ne illustra l’aberrazione e la falsa promessa che cela nel cuore di ciò che per antonomasia dovrebbe addolcire il nostro palato: la caramella.
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