sono sei è
Ognuno, chi meglio chi peggio, riesce ad abbozzare un’immagine di sé stesso da mostrare al mondo. Un’avventura moderna tra adattamento e individualità. Sii completamente te stesso – ma non diverso rispetto agli altri.
La buona notizia è: la felicità è ancora possibile, l‘Occidente continua ad esistere,
e noi continueremo ad essere alla ricerca dell’amore. Non dobbiamo credere in alcun Dio, non abbiamo bisogno di sposarci, possiamo tatuare il nostro corpo. Possiamo diventare medici con l’anello al naso ed essere etero-, omo-, bi-, pan-, poli- o in-qualche-altro-modo-sessuali.
Il singolo non è mai stato così libero come al giorno d’oggi. Sii chi sei!, sii te stesso!, ci grida il mondo. Realizzati! Affermati! Diventa qualcuno! Questo è l’imperativo dell’individualismo dei nostri tempi.
La cattiva notizia è: la pressione e la spinta verso il successo e la felicità non sono mai state così forti come al giorno d’oggi. Siamo condannati alla felicità. Siamo costretti al successo. Dobbiamo essere noi stessi. L’individualismo è diventato una costrizione.
Il risultato è che mi pongo o ignoro la domanda decisiva: al di là di tutto, so ancora chi sono io?
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