il viaggiatore incantato -The enchatnted pilgrim
Gli scritti ripartiti in viaggi, il video realizzato, prendono spunto da due testi che hanno molto in comune : I racconti di un pellegrino russo e Il viaggiatore incantato di Leskov (assieme al famoso saggio di Benjamin ad esso dedicato).
Il primo è un testo ascetico, in cui il pellegrino gira la Russia e non solo (il testo ha anche un seguito successivo) tormentato dal realizzare effettivamente il motto di S. Paolo, che intima di pregare incessantemente. Vista la fortuna del testo, da un racconto di viaggi fantastici e d’insegnamento è nato un continuo girovagare, dei molti che volevano unirsi alla sua ricerca e scoprire i suoi luoghi. Il secondo è un romanzo sulle peregrinazioni del giovane Ivan, tra fantasticheria e pezzi di reale, tra avventure d’ogni tipo raccontate con un linguaggio asciutto. Benjamin, e in questo sta il senso del nostro lavoro, identifica proprio in questo genere di narrazione, simile alla fiaba, quanto di più diverso dal romanzo borghese, una vera possibilità di interpretare la realtà.
Il protagonista del video è un nostro amico, che nella vita ha avuto le esperienze più bizzarre: dal seguire un circo a lavorare con dei giostrai itineranti, dal fare il Katanga negli anni 70 a lavorare in Libia con una ditta italiana che si occupava di tecnologia. Sempre in viaggio, sempre cercando delle forme inconsuete, più vicine, secondo lui, alla natura e a un tipo di vita spirituale. Fino a che, nello specifico quando girava il mondo in autostop facendo il figlio dei fiori, si è ritrovato in India. Di questa storia, comune a molti negli anni 70, ha tenuto in sé dei precisi ricordi, che però nel tempo si sono trasformati fiabescamente, poiché quelle esperienze sono state per lui importanti, ma allo stesso tempo abbandonate quando ha dovuto “mettere la testa a posto”. Gesti ora vissuti con l’ingenua speranza di una loro utilità a prescindere, conservando in sé una propria autonoma magia.
Nel video, dunque, vediamo, direttamente dai suoi ricordi dell’India, la posizione del serpente, quella del ragno ed altre ancora non meglio definite. Il corpo e il volto portano poeticamente su di se, nelle moltissime rughe , il peso e il costo di quella vita.
Ed è proprio questa apparenza fiabesca, questa ingenuità gentile in una persona che offre il suo passato ad un gruppo di amici e amiche, pur sapendo che una prima reazione può essere una risata, una presa in giro, che ci ha fatto domandare se esiste un posto (fisico o metaforico) in cui si possa vivere uscendo dai condizionamenti pervasivi del Mercato. Noi come collettivo abbiamo affrontato, a partire dal punto iniziale del nostro lavoro, la provocazione della stesura e diffusione del Manifesto per un’arte commerciale, il tema del Mercato e del Mercato dell’arte in particolare. Cercando d’intuire. almeno, visto che ne siamo immersi tanto quanto chiunque altro, i meccanismi ed il livello dell’intreccio che secondo noi lega ogni vivente, ogni uomo ed ogni donna, in ogni sua espressione, compreso quella artistica, al Mercato. Come cambiano le nostre emozioni, la nostra percezione del mondo, fin il nostro corpo in mutazione.
Lo stupore per l’esibizione di quella notte, perché il viaggio si svolge, come naturale in una fiaba, nella notte più profonda, ci ha messo dei dubbi. Queste peregrinazioni contemporanee, possono fuoriuscire dal romanzo del Mercato, possono essere, magari inconsapevolmente come nei racconti delle vite dei santi e dei mistici, ma anche del semplice Ivan di Leskov, delle vie fiabesche a una vita diversa, resistente al processo del nostro cambiare? O se non resistere, fuoriuscire dal flusso del Mercato?
Sulla scia del video, che è la modificazione digitale di un montaggio di varie piccole riprese fatte dai telefoni dei presenti, abbiamo iniziato il nostro di percorso per cercare questo spazio di autonomia. Abbiamo scritto 6 viaggi, esplorato molti territori e chiesto molti consigli.
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