The Audience

The Audience

L’opera The Audience fa parte di The Modern Spirit is Vivisective, serie che, a partire dalla
storia dello studio dell’anatomia e dal fenomeno delle pubbliche dissezioni, indaga la ricerca continua di conoscenza da parte dell'uomo.
Le pubbliche dissezioni si affermano nel ‘400 e perdurano fino alla fine del ‘700; si svolgevano presso le principali città universitarie europee, prima in teatri provvisori, poi in
strutture permanenti, i teatri anatomici. A questi avvenimenti partecipavano studenti, professori, i principali dignitari della città e pubblico pagante, in un clima che oltre a oscillare tra sapere empirico e teorico, rispondeva anche a curiosità più terrene e morbose.

The Audience è il secondo dei tre frammenti del ciclo che si è svolto presso il teatro dell’Archiginnasio di Bologna (ciclo che si inserisce nella più vasta serie citata prima). In questa opera gli spettatori, in attesa di fronte al tavolo spoglio, da osservatori attivi divengono oggetto di osservazione, destinati a un altro pubblico di fruitori ancora. L’assenza di un soggetto sul tavolo al centro vuole far riflettere sull'atteggiamento dell'uomo di fronte alla morte (che oscilla tra il desiderio di guardare l'inguardabile e la repulsione); oltre a alludere al processo conoscitivo anatomico, secondo il quale si giunge a comprendere mentalmente l’intero esaminato solo una volta che questo è scomparso, dissolto attraverso la suddivisione in parti.

Questa opera, oltre a affrontare il taboo, che perdura ancora oggi, del corpo fatto a pezzi, o in generale di una visione dell’uomo che non si fermi all’epidermide, vuole essere uno spunto di riflessione anche sul taboo della morte.

La scelta del cadavere da utilizzare per le dissezioni pubbliche rinascimentali non era mai casuale, ci si avvaleva esclusivamente di corpi di giustiziati a morte pressoché sconosciuti, in quanto forestieri e di basso ceto. Questo garantiva che il desiderio di medici, studenti e pubblico non entrasse in contraddizione con legge, morale e questioni religiose. Il taboo di fare a pezzi un corpo umano, sebbene ormai privo di vita, andava fondamentalmente contro ogni ragionevole pensiero, sia laico, sia soprattutto religioso, e l'unica alternativa per rendere tale pratica accettabile era quella di utilizzare uomini non solo ritenuti poco degni di tale nome (in quanto assassini e delinquenti di vario tipo), ma anche stranieri, percepiti quindi come lontani sia per morale che per provenienza. Il cadavere di un delinquente conosciuto ai più avrebbe reso lo spettacolo troppo macabro e inaccettabile, suscitando polemiche.

Con le dovute differenze questo particolare aspetto sembra coincidere in parte con la tendenza tutta contemporanea a nascondere e allontanare la morte di tutti i giorni, quella delle persone a noi vicine (non solo geograficamente, ma anche come stile di vita e cultura) dalla vita sociale, contenendola in specifici luoghi deputati (ospedali e strutture simili) e di mostrare invece solo "cadaveri eccezionali", che, in quanto eccezioni dal regolare quotidiano, ci appaiono lontani, in cui ci possiamo specchiare, ma non fino in fondo.

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Commenti 2

Carlo Maltese
8 anni fa
Carlo Maltese Artista
Complimenti per il tema trattato, attualissimo, che traguarda la storia per giungere a ciò che i mezzi d'informazione ci propongono purtroppo giornalmente. Peccato che la troppo lunga spiegazione di ciò che l'immagine vuol rappresentare toglie, a mio avviso, un pò di quel mistero quasi metafisico e per certi versi kafkiano che aleggia nei personaggi della foto.
Carlo  Solidoro
8 anni fa
Carlo Solidoro Artista
Complimenti, e' una bella foto carica di suggestioni e significati! Mi piace perché raccoglie le emozioni delle persone che osservano e l'aria sembra cristallizzata, come se il tempo si fosse arrestato!

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