DITTICO - OGGETTIVO FEMMINILE PLURALE

DITTICO - OGGETTIVO FEMMINILE PLURALE

Riflettendo sul significato di “Tabù” (Taboo), cioè come ogni cosa su cui, per paura o per pudore, si preferisce tacere, lo voluto evidenziare sulla femminilità, come oggettivazione della donna.
Molti stereotipi, oggigiorno, costruiscono la femminilità ma l’archetipo di essa è nel corpo femminile; il corpo femminile è il suo solo ed unico primario identificativo; è protagonista. Protagonista più volte violato, aggredito, usato, posseduto perché legato a peculiarità “oggettive” più che “soggettive”. E quindi volevo evidenziare come si preferisca, a volte, tacere, sulla “oggettività” femminile, presente in ogni società, credo religioso o politico. Predicando bene ma continuando a razzolare male.
Il corpo femminile brutalizzato sia dagli uomini, che lo vogliono possedere, sia dalle donne, che lo usano o lo disusano. A volte, divinizzato, quando associato alla maternità, altre volte demonizzato, quando associato alla seduzione. Mai misurato col metro umano. Mantenendolo incatenato a concetti più oggettivi che soggettivi.
Ho volutamente estremizzato questo, dissacrando l’immagine femminile, rendendola provocatoria; trasformando il suo primario identificativo - il corpo femminile - in OGGETTO vero e proprio. Come se fosse un quarto di bue o un prosciutto, che viene venduto, consumato, divorato per essere posseduto, nella prima immagine; oppure fosse un vestito, che viene indossato per poi essere sgualcito o chiuso in un armadio, usato, nella seconda.

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