MENTAL MAPS
Punti di riferimento concettuali sono Lucio Fontana e i suoi tagli e Gilles Deleuze e il suo concetto di spazio liscio aperto.
In questo caso specifico, l’artista ha voluto unire le forme assolutamente astratte su cui è solita lavorare con un residuo della cartografia del mondo. Mental Maps è stata, infatti, realizzata in Sicilia, a Cammarata, in occasione di un’estemporanea promossa da una Fondazione di psicologi di San Francisco; dunque l’idea di base era quella di unire luoghi geograficamente molto lontani attraverso dei percorsi e delle tracce, giocando con vuoti e pieni che determinano la forma e generano ombre nell’ambiente circostante.
Sconfinare, oltrepassare, creare congiungimenti rendendone visibile la trama, che risulta essere forma e concetto nello stesso tempo. Come una mess-un-abyss, la trama si riflette dal macro al micro cosmo, ed è, in ultima analisi, nel feltro stesso: un groviglio di fibre che, come Deleuze vuole, si manifesta come un “anti-tessuto”, modello di uno spazio aperto.
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Clay
Ad maiora!
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