BlasFreeMe - Il Profeta
Esistono moltissime persone non credenti, siano esse scettiche o prive di zelo mistico o semplicemente troppo pigre. Molte di esse hanno abitudini religiose, fanno il presepe a natale, si sposano in chiesa, sanno recitare il padre nostro, si fanno il segno della croce, ma di fatto, se occasionalmente partecipano alle liturgie, lo fanno distrattamente e senza coinvolgimento.
In realtà credono poco o niente, ma questa mancanza di fede la nascondono persino a sé stessi e se ne vergognano senza neppure sapere bene il perché. Potremmo chiamare queste persone pseudo-credenti.
Un assunto assai diffuso, dato per scontato quasi ovunque da pseudo-credenti (e ancor più dai bigotti) è che l’argomento della fede religiosa sia molto suscettibile di recare offesa e debba per questo essere oggetto di grande rispetto. Un rispetto esagerato, superiore a quello dovuto a chiunque e a qualsiasi altra forma di pensiero.
Le dottrine religiose ci appaiono così sacre e sante, in modo così ovvio e scontato, che ci siamo dimenticati persino il perché non possiamo minimamente sottoporle a una critica. D’altro canto le “ragioni” addotte in proposito dalle dottrine stesse sul divieto di sottoporle a giudizio è assai semplice: – Perché no! Guai a te! –. Eppure se si riflette su queste verità dichiarate sacre non si vede davvero alcun motivo per rinunciare a sottoporle a una disamina come si fa con qualsiasi altra idea. Perché rinunciare? Perché è peccato usare la facoltà del raziocinio nei confronti delle religioni? Forse perché le chiese temono le conclusioni? Forse perché queste verità dovremmo piuttosto chiamarle falsità? Frottole per gonzi? Balle colossali?
Ecco apparire all’orizzonte la parola “blasfemia”. La blasfemia usualmente indica un’espressione irriverente nei confronti della divinità o della religione attraverso il dileggio, la satira o anche discorsi contrastanti con le presunte “verità” di fede. La blasfemia perciò è esecrata dalle chiese, in molti stati è contro la legge e in alcuni è sanzionabile con la morte.
Per la comunità matematica essere blasfemi nei confronti di un teorema senza dimostrazione è un preciso dovere e chi enuncia il teorema ha l’onere della prova che, se esibita, mette a tacere ogni blasfemia. Anche le religioni potrebbero difendersi dalla blasfemia per mezzo del confronto, niente è loro dovuto, ogni riverenza o aura di sacralità è fuori luogo.
Occorre ricordare che “me lo ha detto dio” non è una prova così come non lo è “devi aver fede se no vengo a casa tua e ti ammazzo”.
Il progetto BlaFreeMe è una “produzione” artistica eterogenea costituita da dipinti e altri oggetti destinati a un pubblico di pseudo-credenti o miscredenti di varia natura e grado.
Nessun tentativo di conversione come è ovvio, non ci si converte alla blasfemia, non è una fede. Solo un invito alla riflessione, all'introspezione: - Rispetto? Per chi? Perché? -.
A uomini di fede, specie se integralisti e maneschi, non abbiamo nulla da dire, né vogliamo dire nulla, eccetto:
- Lasciateci pensare che le religioni siano delle creazioni mentali maldestre finalizzate all’esercizio del potere.
Non ammazzateci a colpi di kalashnikov califfali, non colpiteci con pugni papali se ridiamo di esse a crepapelle, lasciateci vivi e integri per i giorni che ci restano, siate al di sopra, che vi importa? Tanto per voi è sicuro, fra non molto vi vendicherete di noi per tutta l’eternità.
Ma sappiate che se l’inferno è un mare noi ci tuffiamo vestiti! -.
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