L’esercizio del potere tramite la dissimulazione, l’inganno e l’utilizzo di simboli ancestrali generanti libertà e rinnovamento a fini propagandistici
Testo critico a cura del prof.Furio Donato Do Nascimento :
"Di fronte a voi potete osservare un rosone, trasposizione metafisica di un mandala, sottratto da una indefinita chiesa gotica ed installato in un ambiente ad esso estraneo. Il mandala comunemente associato al buddismo tibetano, è una composizione astratta radicata profondamente nell’essere dell’uomo, attraversando i costumi e le contingenze proprie della storia. Il mandala, più di ogni altro archetipo rappresenta quello stesso inconscio collettivo al quale appartiene. Il mandala è dispensatore di ordine e raffigurazione della totalità' psichica ed universale, strumento fecondo a servizio del processo di individuazione; grimaldello per la liberazione del proprio Io. L'artista indaga attraverso la sua opera come i poteri menzogneri si servano dei mandala, e li svuotino della loro dimensione catartica per assoggettare, manipolandolo, il popolo inerme. Quindi con irriverenza l'artista prende in prestito la tipica struttura radiale del mandala, che simboleggia il tracciare un recinto sacro intorno al centro della personalità proteggendola dalle contaminazioni del super-io, ma potrebbe essere scambiata pigramente con un autoritario egocentrismo; ed in ultimo si serve sarcasticamente della luce, simbolo della coscienza del Sé, e la diffonde per incantare, misticamente, lo spettatore. Attraverso tale capovolgimento, l’artista si impossessa delle tecniche affabulatorie dei potenti, servendosi di espedienti illusori per forviare lo spettatore cercando di sviarlo dal centro, come direbbero gli antichi cinesi, dal tao."
pagina web: http://www.matteomancini.net/#!rosone/c4m0
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