Sacrificium - Polittico di Marsia

Sacrificium - Polittico di Marsia

Ho realizzato l'opera nel corso del 2012, invitato dall'associazione culturale “Il Funambolo” di Trento a lavorare partendo dalla lettura di uno scritto di Franz Kafka, Hungerkünstler (tradotto come ”Artista della fame”). Questa opportunità mi ha dato stimolo per riflettere sul concetto di “sacrificio” che può essere condotto in nome dell’Arte: un sacrificio da intendersi come completa offerta di sé, come totale annichilimento a favore di ciò che viene eletto dall’artista quale scopo primario della propria esistenza, allo stesso modo dell’anonimo digiunatore protagonista del racconto.
Dell’Hungerkünstler mi ha intensamente colpito la smania costante di “superare […] se stesso sino a un punto incredibile, perché sentiva che le sue possibilità […] erano addirittura illimitate”: un tale desiderio di tendere continuamente all’infinito, al “sovra-umano” quindi, mi ha fatto scorgere in questa figura letteraria uno degli archetipi stessi della sfida al divino. Proprio per questo motivo, nella realizzazione dell’opera, mi sono voluto richiamare in primis all’antico mito greco del satiro Marsia. Allo stesso modo del personaggio kafkiano – che in nome della propria arte si lascerà letteralmente morire di fame – anche il satiro sente infatti la brama della creazione artistica come un impulso irrefrenabile, una vocazione a cui dover dare espressione ad ogni costo, a prescindere da qualsiasi possibile ripercussione, anche drammatica. E spinto da questo accanimento – in realtà un’autentica esigenza, quasi una condanna si potrebbe dire, che accomuna tanti artisti – Marsia arriverà, come è noto, a sfidare apertamente la divinità stessa, Apollo, nel tentativo di dimostrare la propria superiorità. Il taboo è infranto.
Con la forma stessa dell’opera – che volutamente richiama l’immagine della crocefissione – ho cercato di sottolineare la sacralità connessa a questo sacrificio, a prescindere da qualsiasi connotazione di tipo religioso.

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