selfie seychelliani ovvero il mito della caverna (trittico di ipad)
Testo a cura del critico d’arte prof. Furio Donato do Nascimento:
“Nella societa’ digitalizzata del consumismo delle immagini la nostra sensibilita’ estetica si sta inesorabilmente assottigliando fino ad arrivare al parossismo di colui che osserva annoiato le patetiche fototessere ritraenti figli e nipoti, sguinzagliate dalla borsetta da una vecchia signora molesta incontrata durante la fila all’ufficio postale o in sala d’aspetto dal dentista.
Questa diarrea visiva, la quale ingoia, digerisce, ed espelle le feci di cio’ che si vede senza lasciare nessun sostentamento, ci allontana dalla materia e dalla dimensione tattile. Quindi l’artista esacerbando questa mancanza di nutrimento pratica la sua rivoluzione: non presenta l’opera, ma la sua riproduzione. Infatti esso dipinge attraverso l’uso di pastelli ad olio nel modo piu’ selvaggio ed immediato possibile, pennellando direttamente con le dita su carta di vario genere che a contatto col colore reagisce in modo fisico: si dilata, si contrae e persino si degrada (come la carta di gelso). Subito dopo i dipinti vengono fotografati e ridotti ad immagini jpg fruibili direttamente su tre ipad.
Cosi’ l’utente contemporaneo sedato nell’osservazione del reale dalla mediazione di uno schermo, che lo rassicura perche’ gli permette una visione superficiale, come il protagonista di questi selfie seychelliani potra’ sublimare la realta’ attraverso il suo simulacro, come il mito della caverna di Platone, ora in ambito sociologico. L’utilizzo dello zoom potra’ inoltre fungere da detonatore per lo spettatore incentivandolo alla ricerca di dettagli ai quali ormai e’ insensibile. Lo zoom quindi come ricerca di particolari perduti e tentativo di sensibilizzarci al mondo materico, antidoto alla attuale frivola visione estetica, con l’obiettivo di riavvicinarci non tanto al mondo delle idee, ma almeno a quello delle ombre.”
Riguardo la partecipazione a TABU'
In un'epoca in cui l'arte contemporanea diverrebbe anacronistica appiattendosi nella rappresentazione della nudita', della pornografia,della dilaniazione dei corpi, o meglio di tutto ciò' che la nostra società ha ampiamente sdoganato, questo ciclo di opere propone di affrontare la tematica in modo più' raffinato, puntando sulla tecnica di rappresentazione e percezione della stessa.
La possibilità', anzi la necessita' di toccare e partecipare attivamente nella scoperta dell'opera e' un tabù infranto all'interno di una gallleria d'arte, come la presentazione non dell'opera ma della sua riproduzione digitale.
pagina web: http://www.matteomancini.net/#!selfie-seychelliani/cyvx
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