Momentum
Poche linee per esprimere quel mondo intimo che ogni essere umano costruisce nella propria mente; é una dimensione senza tempo, uno spazio infinito, pieno di sogni e di speranze, un luogo dove si rifugiano i segreti più reconditi, dove esiste un posto per ogni cosa.
Lo stesso universo in cui vorrebbe vivere il piccolo uomo al centro della composizione.
Nell’opera questo mondo è scandito dal volo festoso delle rondini, dalla natura rigogliosa e dalla vitalità che questi sprigionano; elementi di un futuro luminoso, bramato ma molte volte negato.
C’è un qualcosa che spesso non vediamo, eppure esiste! E’ quel filo sottile che segna il confine con l’altro mondo; ciò che ci appartiene da sempre, con il quale bisogna far i conti, che non perdona.
E’ il nostro passato, fatto di ricordi, deteriorati dal tempo, ma che nell’opera si intravedono ancora, piccole sagome fatte da esili linee parlano di affetti familiari e ricordi d’infanzia.
Il piccolo uomo è li, appoggiato su quel filo, proteso verso i suoi desideri e aspettative, seppur radicato nella vita terrena, protetto dai ricordi del passato. Sogna; incrocia lo sguardo con una Paradisea, l’uccello del paradiso, messaggero dell’ineluttabile, unico elemento vero e definito di tutta l’opera, tutte le altre forme sono stilizzate.
Il soggetto fissa il divino volatile, In questo preciso“momento” tutti i sogni crollano, tutto precipita, resta solo il vuoto, il silenzio, lo spazio è denso di mistero.
L’uomo consegna i propri desideri, consapevole che quel che avrebbe voluto mai sarà, il suo mondo, quello immaginato, mai esisterà.
Il buio fa da padrone nella composizione, solo una piccola luce illumina il busto dell’individuo; la conferma per quest’ultimo che il suo destino sta per compiersi.
Una luce trascendentale a breve lo trascinerà in una dimensione ulteriore.
Triste epilogo di una vita qualunque.
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