Indossandomi

Indossandomi

La struttura/armatura/esoscheletro è stata realizzata in rame in quanto è un simbolo femminile, il nome latino, aes cuprum, significa “minerale di Cipro”, l’isola in cui Venere nacque partorita dalla schiuma delle onde marine. Ma è anche il metallo legato alla luce e al calore in quanto è associabile all’irradiamento del corpo.
Si è trattato di un lavoro molto intimo, racconta l’emotività interiori, le debolezze, ma anche la limitatezza del corpo e la sua precarietà, la sua continua metamorfosi e la sua ostinazione. A volte ci si vede magre anche quando magre lo si è già e si inizia a scavarsi un vuoto perché già si prova un vuoto dentro. Io ho indossato il mio sentire interiore, le mie spine, il mio urlo che non riesco a dire, un'emozione che può ferire ma che in realtà cerca solo amore, nuda, fatta di ossa, con ali fatte di cranio e un bacino scavato che taglia. Un corpo che parla solo attraverso il corpo...
Il mio corpo è il tutto in un frammento irriducibile, è l’unico spazio che mi appartiene in cui voglio potere d’essere.

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