Pittura, Sacro / Mitologico, Tecnica mista, 202x250x5cm
Palmieri ritrae ciò che rimane del modello una volta cessata la sua utilità empirica, ovvero, l’invisibile struttura che lo sostiene rendendolo resistente alla durata dell’azione che lo corrode. Nella sua pittura, più che il colore risalta il gioco di segni istintivi che si organizzano come scrittura e narrazione biografica del soggetto rappresentato. La sua pittura celebra l’essenza di ciò che è funzionalmente morto e ciò che è dimenticato e tristemente chiaroscurale. Il suo non è comunque un chiaroscuro tonale, defluente per gradi, ma è brusco per contrasti subitanei come se la percezione del vero accechi, ammonisca e non dica niente che non contenga in armonica coesione i contrari: il bianco e nero. Nella sua analisi segnica dell’anima delle cose ricerca il nulla, nel senso della negazione del principio aristotelico di non contraddizione (a volte in questo processo si concretizza la natura più segreta dell’inconscio, dove gli opposti possono presentarsi contemporaneamente senza contraddirsi). Usa dei bisturi chirurgici, sottrae o meglio corrode, il rivestimento plastico e cromatico delle cose per giungere agli elementi strutturalmente portanti sui quali si regge il modello.
News
celeste,
Commenti 12
Patrizia Messini
Inserisci commento