Lungo la via
Il mio progetto rappresenta il ribaltamento del taboo odierno, per il quale il pensiero inammissibile alla coscienza diviene frutto di una convenzione sociale degenerativa ed individualista. I luoghi, le parole, le azioni sono private della loro essenza in un gioco di continuo scambio di convenienza e convezione sociale. La degenerazione si colloca a pilastro della strutturazione di nuovi taboo che si pongono ad assassini della bellezza umana.
1 Lungo la via – Il taboo del dolore. La vita odierna sembra incastonarsi in un processo di rifiuto per cui non si è più in grado di accettare che il dolore e la sofferenza siano parte integrante dell’esistenza. I chiodi e le macerie poste sul nostro cammino, tuttavia, devono divenire il nostro profilo d’orizzonte che ci conduca verso un futuro migliore.
2 Cuccioli Metropolitani – Il taboo dell’ascolto. Non siamo più in grado di considerare la capacità di ascoltare gli altri all’interno della nostra vita. Non siamo più disposti ad accettare di ascoltare il grido di aiuto di chi vuole vivere una vita semplice e quindi lo rinchiudiamo dietro mura e recezioni di sofferenza, isolandoli da noi e volgendo lo sguardo altrove, per non incrociare gli occhi di chi ci rivendica.
3 Solitudine – Il taboo della condivisione. L’espressione naturale della vita nella condivisione, diviene un ambito di esclusione e di privazione. Nella società odierna la condivisione viene sottomessa a debolezza. La sofferenza si tramuta in motrice di distruzione e degenerazione, con l’asservimento dell’esistenza al procacciamento di sostanza per dare linfa vitale a ciò che uccide.
4 Piccola Gitana – Il taboo della conoscenza. Un sorriso triste è la cornice di un’esistenza che sussiste di se stessa, del piccolo infinito che la circonda, ignorando l’altrove e le vite possibili. Oggi rifiutiamo l’idea della conoscenza come scoperta dell’altro. Siamo portati a vivere in ciò in cui ci specchiamo, senza andare oltre e scoprire il nuovo.
5 Artisti – Il taboo della libertà. E’ solo l’artista colui che si trova libero e in grado di liberare. L’arte appartiene a se stessa nell’esplicita necessità di condividersi attraverso le emozioni e di non appartenenza all’umano vincolo dell’esistenza. Essa sussiste e prosegue oltre tutto e tutti. E’ quindi l’artista che pone il sogno a concreta evanescenza umana, sfruttando la vibrosa trascendenza dei colori e l’emanazione dell’amore. Oggi sembriamo portati a imprigionare l’arte, la quale trova la sua naturale vita ed espressione nella strada, per porsi sul cammino e sulla via di ogni individuo. Senza arte non c’è libertà.
Commenti 3
Inserisci commento