Operette vegetali
Piante che, per quanto minime e invisibili ai più, ci concedono il respiro.
La riflessione portata è semplice: non possiamo sopravvivere senza un solo filo d’erba.
La vegetazione, anche quella più “misera” che cresce sui bordi delle strade, ci fa dono del proprio ossigeno.
Ci troviamo a vivere in città affollate, cementificate, private talvolta dal ricordo stesso della natura. Non ci accorgiamo più del veleno che ci avvolge perché ne siamo assuefatti. Alla città manca l’ossigeno e per tornare a respirare abbiamo bisogno delle piante, anche delle più piccole: dai piccoli trifogli che crescono vicino alle nostre case, alle erbe che si fanno strada con fatica lungo i marciapiedi e nelle buche dell’asfalto. Dobbiamo ri-classificare la loro minuta bellezza come antichi studiosi, curiosi di fare nuove scoperte. Dobbiamo guardare la natura con occhi bambini e risvegliare quel senso di meraviglia che ci fa chinare per annusare un fiore, per respirarlo.
Questa installazione, fatta di germogli conservati in teche, di foglie raccolte e sistemate in file simmetriche, di semi e bacche raggruppati per colore in piccoli vasi di vetro non vuole essere una rifondazione dell’antica scienza botanica. Un approccio all’apparenza scientifico lascia infatti spazio a uno sguardo più affettivo, familiare e nostalgico. La natura, quella piccola, talvolta banale si presenta ai nostri occhi per essere riconosciuta e ri-classificata. Solo ora, preservata e catalogata, può essere vista per la prima volta come qualcosa di importante.
Con la parola ri-classificazione vorrei porre l’accento sull’idea che dalla bellezza e dal senso di meraviglia, si possa ripartire per trovare quel rispetto perduto e quella curiosità necessari al fine di preservare la natura che ci resta.
Riconoscere la bellezza che c’è nelle piccole cose è forse il primo passo per rendersi conto della loro vulnerabilità. Riconoscere la fragilità dell’equilibrio della natura, significa prendere coscienza della nostra stessa fragilità.
Ri-classificare attraverso la meraviglia significa tornare a respirare attraverso visioni di bellezza, per ricordarsi che la nostra aria viene dalle piante, anche quelle più insignificanti. Piccole pianticelle, erbacce e fiorellini senza nome, a cui dare rinnovata attenzione, diventano inaspettate visioni di bellezza che ci avvicinano ad una scienza ecologica più emozionale: senza piante non c’è respiro, non c’è vita, non c’è uomo.
Commenti 1
BRAVISSIMA !!
Inserisci commento