"Doppio sogno"
Sto smanettando con il clima della mia vecchia auto da più di un quarto d'ora senza rendermi conto di aver sbagliato strada.
Sono già le cinque.
Mi fermo e controllo il navigatore che ho scaricato sul cellulare maledicendomi per non averlo consultato prima.
Si chiama "Geo Last Map".
L'ho scelto per le ottime recensioni e per l'icona dal gusto molto tecnico : una G ed una M in maiuscolo, rossa e blu, che mi ha subito ispirata. Una figata!
Peccato che qui non c'è campo.
Sono ad un incrocio di strade sterrate, circondata dal grano che in questo periodo è di un giallo incredibile, mi ricorda tanto Van Gogh...
Sento il sudore scorrermi sulla schiena e non ho nemmeno una bottiglietta d'acqua a portata di mano.
Sto letteralmente sciogliendo.
Vorrei tornare indietro ma ho lasciato l'ultimo paesino circa un'ora fa... vediamo... destra , sinistra o dritto?
L'icona di "Geo Last Map" è veramente una figata, ma in questo momento vorrei una cartina stradale di quelle di una volta, magari piegate male, sporche di grasso, con le orecchie ai bordi, ma vera e possibilmente consultabile!
Devo trovare un po' d'ombra .
L'unico albero che scorgo è quello massiccio a cento metri alla mia destra , in mezzo al grano... in mezzo al grano?
Si, in mezzo al grano.
Enorme e massiccio, dalle alte fronde.
Lascio la macchina bordo strada, finestrini aperti (tanto questo bidone non lo considera nessuno) e m'incammino nel grano cercando (che ingenua !) di pestare meno spighe possibili. Raggiungo l'ombra dell'albero che ho la camicia fradicia e stramazzo letteralmente a terra dove trovo un tappeto d'erba morbidissima e fresca.
Bellissimo!
Non solo, qui sdraiata sento una brezza che mi arriva sul volto, ma dall'alto verso il basso, è incredibile. Mi appoggio le mani dietro la nuca e incuneo il mio sguardo verso le fronde che pigramente si muovono al vento e mi godo la frescura.
Tutto intorno il giallo del grano.
Chiudo gli occhi...
Mi alzo su un gomito e riguardo il grano, le spighe immobili, ferme, quasi finte.
Non sento neanche più le cicale, che prima assordavano la campagna ... Riporto lo sguardo in alto e non sento neanche il rumore delle fronde.
C'è qualcosa di strano, ma è tale il senso di pace che quasi vorrei non finisse mai.
E' come se fossi più leggera, come se non avessi più pensieri , non ricordo ad esempio che giorno è oggi. Che ore sono ?
Guardo l'orologio : le cinque.
Ancora!
Anche l'orologio funziona come "Geo Last Map" !!!
Mi alzo e vorrei tornare indietro, ma non vedo il mio passaggio nelle spighe, eppure sono arrivata di là.
Alzo lo sguardo.
Non vedo più la mia auto !
Solo un fumo nero.
No , un momento, più in là della gente, un altro paio di macchine... e la mia, porta aperta, inclinata di sbieco nel fossato.
Mi metto a gridare a squarciagola e a sbracciare, sembro una forsennata.
Ma perchè non ho sentito niente?
Non ero distante !
Arriva un ambulanza.
Due tizi in tuta arancio scendono di corsa e s'inchinano su un corpo inerte a bordo strada. Mi fiondo nel grano e corro all'impazzata verso quel che resta del mio catorcio. Nessuno mi considera, nessuno mi da retta, ma quella è ancora la mia macchina !
Uno dei due tizi arancio, guanti di lattice e mascherina, scuote la testa e si alza, come pure l'altro.
Ne arriva un terzo che copre con un lenzuolo bianco il corpo sul bordo.
Il fumo acre e denso mi fa bruciare gli occhi ed incomincio a tossire in modo incontrollabile.
Le lacrime mi bruciano la faccia così tanto che non ci vedo quasi più.
Sto chiedendo incazzata al tizio arancio numero uno che cos'è successo, e di sfuggita, qualcosa vicino al lenzuolo bianco attira il mio sguardo.
Per terra, un cellulare s'accende e a scatti s'illumina un 'icona, rossa e blu.
Due lettere, una G e una M, in maiuscolo.
Una figata.
Ma allora c'è di nuovo campo."
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Lino
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