La Notte
notte placido figlio; o de’ mortali
egri conforto, oblio dolce de’ mali
si gravi ond’è la vita aspra e noiosa;
soccorri al core omai che langue e posa
non have, e queste membra stanche e frali
solleva: a me ten vola o sonno, e l’ali
tue brune sovra me distendi e posa.
Ov’è ‘l silenzio che ‘l dì fugge e ‘l lume?
E i lievi sogni, che con non secure
vestigia di seguirti han per costume?
Lasso che ’nvan te chiamo, e queste oscure
e gelide ombre invan lusingo. O piume
d’asprezza colme! o notti acerbe e dure!
(Giovanni della Casa)
Ma non esiste cammino per l’appuntamento, che non mi sarebbe più dolce della vita o cara. A noi dovevi lasciare la decisione feroce, che ti cela dietro confini inviolabili di freddo.
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