EX FOOD

EX FOOD

In principio c’era l’albero che dava i suoi frutti, tra questi la carta, o meglio, un impasto colloso che opportunamente trattato diventava un foglio leggero ma resistente all’inchiostro. Costosissimo un tempo, divenuto poi alla portata di molti, fu determinante per conquistare il diritto allo studio.
Poi l’uomo inventò tantissimi altri tipi di carta, dal cartone alla carta carbone, dalla velina e alla vellutata e infine anche la carta termica: quest’ultima permette di risparmiare inchiostro, ottenendo una stampa silenziosa, ma non può essere recuperata in quanto potenzialmente dannosa per il suo contenuto di Bisfenolo A (BpA), un interferente endocrino. Tra i vari disturbi che potrebbero essere collegati al BpA c’è l’infertilità. Dunque la carta termica non può essere riciclata e non va messa nel cartoccio del pane! In una sola settimana una famiglia di tre persone, con una modesta disponibilità per gli acquisti può contarne a centinaia poiché non solo i negozi emettono scontrini, anche le banche, i distributori di benzina, i parcheggi ecc, sin dal 1983. Raccogliere scontrini fiscali, e riutilizzarli per composizioni artistiche, è stata una sfida, una denuncia e anche la constatazione di avere in mano le “pezze giustificative” della mia vita. E’ nata così la collezione: “Oneri indeducibili” con un abito scamiciato, poi la giacca e l’acconciatura, tutti interamente composti da scontrini fiscali cuciti a mano su base di stoffa., indistruttibili e autopulenti in quanto scolorano con il tempo, acquistando una tonalità bianco sporco, con sfumature di grigio, non reperibile in natura ma risultato della stupidità umana. E ora la collezione EXFOOD che mette al centro il cibo: va di moda, vero?
Una proposta a conclusione del progetto: perché non trasmettere la battitura degli elementi dello scontrino via sms invece che su carta? Le Banche lo fanno già da molti anni. Le opere sono fotografate su A112 del 1983, anno in cui sono entrati in vigore gli scontrini fiscali,

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