kronos
“KRONOS” è un’istallazione scultorea cinetica, frutto di una ricerca artistica mirata all’essenza delle cose. È il mio modo sintetico di osservare un mondo frenetico e in costante cambiamento dove la parola d’ordine è “tempo”. L’esistenza dell’individuo è legata ai tre momenti del tempo: passato – presente – futuro. Il nostro è un secolo votato all’apparenza, nel quale, si cerca di essere sempre più performativi in ogni aspetto vitale, sempre al top della prestanza fisica e mentale, vi è una corsa continua verso il progresso tecnologico e si ha l’illusione di poter sconfiggere lo scorrere inesorabile del tempo, ed in certi casi anche la morte. In questa corsa non ci si ferma più a riflettere che le cose più semplici sono le più preziose e il bene più grande è la vita stessa.
Il corpo umano, che è la macchina perfetta, la tecnologia più avanzata che sia mai stata creata, possiede infinite capacità di creazione adattamento e risoluzione di problematiche, ma in ogni essere umano vi è un delicato equilibrio dato da un giusto rapporto fra corpo – mente – anima. Il ciclo della vita apparentemente semplice e lineare, “nascere – crescere – morire”, in realtà è molto più complesso, è in questi passaggi che avviene la magia dell’esistenza, che matura nel processo mentale di ciascun individuo che è unico e irripetibile, è nell’intreccio del suo io in rapporto con gli altri, è nel bagaglio delle proprie esperienze.
KRONOS evidenzia questi passaggi e cambiamenti, si configura a primo sguardo come un soggetto astratto geometrico, che non ha alcun legame con l’essere umano ne con la sua apparenza fisica. Di lui ne rimane la parte più importante, l’essenza, il bagaglio emotivo – esperienziale.
Lo scheletro strutturale sospeso è formato da strutture triangolari e la scelta non è casuale. Il triangolo è una figura piana che unisce a due a due tre punti non allineati sullo stesso piano, possiede capacità tecniche e meccaniche che lo rendono l’elemento architettonico per eccellenza e presenta forze dinamiche ed equilibrate allo stesso tempo. Dal punto di vista sociologico esiste un termine, triangolazione, che indica la tendenza umana a creare rapporti in gruppi di tre persone dove l’elemento più equilibrato tende a fare da tramite fra gli altri due. Per me è il mezzo che mette in contatto ciò che è visibile con ciò che non lo è, o non lo è più; ciò che è tangibile con ciò che non lo è. Lo scheletro strutturale è la metafora della vita di un individuo che si forma nella società e per questo sottoposto a pressioni e responsabilità, con le sue conquiste e le sue perdite. Nella mia ricerca identifico nel triangolo la sintesi dell’uomo, la memoria del proprio passato in comunicazione costante con il suo presente che si proietta nel futuro. Le ombre che la struttura proietta insieme al movimento rotatorio completano l’opera, rendendo tangibile il divenire spazio-temporale e mettendo in evidenza il superamento dei suoi limiti fisici. Un movimento lento e costante che se pur proietta le stesse sagome ad ogni giro appaiono diverse, perché le cose cambiano pur non cambiando, perché in questo lasso di tempo in realtà siamo noi ad essere cambiati, la nostra percezione delle cose è cambiata.
Anche il metallo non è casuale, il suo utilizzo enfatizza tutto ciò che abbiamo detto. Le sue caratteristiche chimiche e fisiche lo rendono il materiale più appropriato per la simbologia attribuita all’opera. Duttile – malleabile – versatile - resistente, proprio come l’essere umano è proprietario di svariate possibilità. Le superfici riflettenti che lo caratterizzano aprono gli orizzonti verso quei mondi interiori che sono intangibili e impalpabili pur esistendo, come l’anima, la spiritualità, l’essenza.
Siamo più di ciò che vediamo.
L’opera ruota su tre elementi:
il parallelepipedo bianco che rappresenta l’ingombro statico dell’apparenza del corpo;
lo scheletro strutturale sospeso che rappresenta il bagaglio emotivo – esperienziale ;
il gioco fra le ombre e il movimento meccanico, rappresenta ciò che rende visibile il cambiamento che avviene col trascorrere del tempo.
Specifiche dell'opera:
Scheletro strutturale sospeso realizzato in alluminio (47x70x43 cm)
Il movimento rotatorio è generato da un motore esterno ( 220v-240v, 50-60 hz, 4W, 5r/min) da collocare a soffitto collegato alla struttura attraverso filo di nylon trasparente.
Il parallelepipedo a base quadrata in multistrato di pioppo e abete, patinato in bianco
( 124x20x20 cm)
Misure totali: 180x70x43 cm
le ombre vengono proiettate sulle pareti per mezzo di
due faretti spot da 300/500 W.
Allestimento: L’istallazione deve essere posizionata ad angolo con scarsa illuminazione. Lo sfondo deve essere bianco. Il parallelepipedo va collocato a rombo facendo coincidere gli angoli della diagonale della base con l’angolo delle pareti, lasciando un margine di respiro di minimo 60 cm tutto attorno al parallelepipedo. La struttura in alluminio va collegata al motore che va appeso al soffitto e deve avere una distanza massima dal parallelepipedo di 30 cm. In ultimo, vanno direzionati verso l’opera due faretti spot da 300 o 500 W( o in assenza di questi due faretti da esterno da 500W ), uno a destra e uno a sinistra, che proiettino così le sue ombre sulle pareti retrostanti e corrispondenti. La distanza tra i faretti e l’opera deve far sì che l’ombra proiettata sia pulita e netta sul muro. Lo spettatore deve rimanere all’esterno della linea immaginaria creata dai faretti.
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