Gli ultimi paesaggi possibili, in realtà teloni giganteschi di protezione della neve,brevetto che sembra far si che gli strati sottostanti si conservino più a lungo sotto di essi; così modellati dalle intemperie di quota 3000 ci appaiono quasi come un immenso “sudario” sotto cui sembrano intravedersi i resti della nostra specie. Tutto questo lo dobbiamo al riscaldamento globale e quindi ai nostri comportamenti. Ho voluto così provare, mediante una drammaticizzazione resa possibile da pochi accorgimenti tecnici,quali aumenti dei contrasti e polarizzazione estrema dei cieli creando così delle atmosfere crepuscolari, a stimolare una profonda riflessione sul modo in cui stiamo trattando il nostro pianeta, con la speranza che questa piccolissima goccia nel mare possa indurre chi osserva a migliorare i propri comportamenti al riguardo.
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celeste,
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